L’ex stazione di Genova Pra’ rinasce dopo anni come Casa delle tecnologie emergenti. Il progetto è nazionale (del ministero delle Imprese e del made in Italy) e promuove centri di ricerca e sperimentazione che sostengono sia la creazione di startup sia il trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese in relazione all’utilizzo di blockchain, dell’internet delle cose e dell’intelligenza artificiale. In tutta Italia sono 13 e il bando 2022 ha finanziato quella di Genova per un progetto, che ha come capofila il Comune, focalizzato su Conservazione e fruibilità del patrimonio culturale.
Il valore totale del progetto ammonta a 12,6 milioni di euro, di cui 8,6 milioni finanziati dal Mimit a valere sul Fondo di Coesione e 4 milioni di co-finanziamento da parte dei partner di progetto, che sono Università di Genova, Fondazione Iit, Consiglio Nazionale delle ricerche – Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche “E. Magenes” e Istituto per le Tecnologie delle Costruzioni (Cnr-Imati-Itc), Centro di Competenza Start 4.0, Consorzio Ge-Dix Genova Data Internet eXchange, Digimat spa, Ett spa, Camelot Biomedical Systems srl, AizoOn Technology Consulting e Tim spa.
Il Cne di Pra’ sarà un polo dedicato alla ricerca tecnologica e alla sperimentazione di innovazioni per l’industria culturale e creativa in cui le imprese e i centri di ricerca potranno condividere tecnologie e far circolare idee.
Tra i progetti sperimentali presentati oggi c’è la realtà immersiva del Cnr-Imati che non solo ti permette di camminare tra le sale del museo, ma anche di afferrare e maneggiare i manufatti e i reperti. C’è il robot dell’Iit che si muove tra i depositi e i magazzini museali trasportando autonomamente le opere e può consegnarle a uno scanner 3d che ne acquisisce immagini e informazioni e le archivia. Ci sono riproduzioni di opere d’arte di Ett, realizzate attraverso una stampante 3d, che si “raccontano” al tocco, per dare la possibilità anche ai non vedenti di scoprirne tutti i dettagli. C’è il progetto di conservazione e restauro sviluppato da Start 4.0 che si basa sul rilievo con laser scanner e attraverso la nuvola di punti (point cloud) ricostruisce un modello digitale degli ambienti e delle opere.
«Siamo contentissimi perché abbiamo discusso molto negli anni passati sul futuro di questo immobile che avevamo ristrutturato, ma mancava l’idea forte – racconta il vicesindaco Pietro Piciocchi – mancava l’anima di questo immobile. L’abbiamo trovata con questo progetto bellissimo di innovazione, di digitalizzazione a servizio della cultura e dei musei e lo facciamo a Pra’ e questo ha un grande significato perché spesso si parla di cultura, di musei solo con riferimento al centro cittadino e noi invece abbiamo in questi anni accolto una sfida che è quella di realizzare una città policentrica anche dal punto di vista della cultura con attrattori molto precisi. È una realtà pensata per i giovani».
La Casa delle tecnologie emergenti prevede l’insediamento di un incubatore di imprese appunto nel settore dell’industria culturale e creativa. Un settore che, secondo il report di Fondazione Symbola e Unioncamere, in Liguria sta crescendo più che nel resto d’Italia, con un aumento del +9,3% in termini di valore aggiunto e del +3,9% per nuovi posti di lavoro nel periodo 2019-2022.
Nel primo anno di attuazione del progetto sono stati completati i lavori per la ristrutturazione interna dell’ex stazione, i cui spazi sono stati allestiti in modo funzionale anche con la predisposizione di una bolla privata di connessione 5g.
Roberta De Donatis, responsabile esecutiva del centro di competenza Start 4.0 e partner della Cte, spiega: «Qui sono aggregate competenze che operano nella filiera della cultura e della creatività. Vuole avvicinare imprese che possono essere fruitrici delle tecnologie che in questo momento sono in fase di sperimentazione e anche magari portatrici di nuove tecnologie. L’obiettivo è quello di portare progresso e innovazione in questo settore, valorizzando il patrimonio della città attraverso l’introduzione di tecnologie innovative, tecnologie abilitanti come l’intelligenza artificiale, l’internet delle cose. È previsto lo sviluppo di sensori visivi e tattili per garantire esperienze immersive nella fruizione dei beni culturali, delle opere, degli spazi con tecnologie di realtà virtuale, realtà aumentata, oppure utilizzare l’intelligenza artificiale per il monitoraggio, per la sicurezza delle opere, degli ambienti. Come centro di competenza abbiamo tradotto dati fisici in dati digitali per avere proprio una rappresentazione digitale di spazi museali e magari ottimizzarne l’utilizzo, ridimensionare reti di sensoristica oppure anche acquisire e aggiornare dati, documenti esistenti dei musei con modalità innovative. Questa è una fase di avvio. Il progetto ha una durata, ma l’obiettivo è di andare oltre la durata di finanziamento del progetto e quindi rendere questo spazio non solo a disposizione di chi vede un’idea di business, ma anche della città che si immerge nelle tecnologie proposte».
Attualmente sono in corso le sperimentazioni relative a quattro casi-faro.
Percorsi immersivi per cittadini e turisti: sviluppo di un’applicazione inclusiva di realtà aumentata, virtuale e immersiva per la fruizione in remoto delle opere d’arte, compresa la realizzazione di opere dotate di sensori che abilitano esperienze olfattive e tattili, accessibili a utenti con disabilità sensoriali; Gestione e valorizzazione dei depositi: creazione di infrastrutture robotizzate per agevolare la gestione, la conservazione, la protezione e la fruizione del patrimonio museale: il robot, debitamente configurato, contribuisce alla creazione di un deposito automatizzato per archiviare digitalmente e gestire i beni culturali, consentendo la fruizione di oggetti non normalmente visibili e garantendo la protezione delle opere di valore; Sicurezza e logistica: sviluppo di un sistema di video analytics da integrare con sensoristica ambientale per il monitoraggio e l’analisi in tempo reale da dispositivi IoT delle condizioni ottimali per la sicurezza delle opere d’arte; Conservazione e restauro: realizzazione di una piattaforma IoT e di un sistema di sensori che abilitino il controllo in remoto dello stato di conservazione delle opere e dei beni culturali, definendo le aree soggette a monitoraggio e i parametri da misurare (temperatura dell’aria e umidità relativa, illuminamento, radiazione ultravioletta e qualità dell’aria).
Sono state di recente pubblicate due call rivolte a startup e piccole-medie imprese (Pmi): i bandi Call4startup e Call Tech Transfer.
È in corso di realizzazione una piattaforma incentrata sulla formazione, con lo scopo di incrementare l’offerta dei servizi che la Casa delle tecnologie emergenti mette a disposizione nonché stimolare la domanda di innovazione da parte degli stakeholder e la domanda di mercato da parte dei futuri end-user.
«Il progetto della Casa delle tecnologie emergenti di Genova rappresenta un’occasione di sviluppo per startup e Pmi dell’industria culturale e creativa, che porterà un valore aggiunto al tessuto economico cittadino – commenta l’assessore comunale allo Sviluppo economico e Lavoro Mario Mascia – la presenza, nel partenariato di progetto, di enti di ricerca e di aziende attive nell’hi-tech sta consentendo di mettere a punto sperimentazioni innovative abilitate dalla rete 5G, che contribuiranno a valorizzare il ricco patrimonio artistico genovese. Ci aspettiamo ricadute in termini di maggiore know-how e di posti di lavoro per la comunità cittadina».
«La Casa delle tecnologie emergenti è un progetto di interesse nazionale che, come in pochi altri casi, riesce a coniugare perfettamente innovazione e rigenerazione urbana – commenta l’assessore alla Valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale Francesco Maresca – l’edificio che un tempo ospitava la vecchia stazione ferroviaria di Pra’ diventa oggi un asset di sviluppo economico per Pmi e start-up, ma anche un’importante risorsa per il territorio a 360 gradi. Siamo davvero soddisfatti di restituire alla comunità locale, totalmente rinnovato e rifunzionalizzato, un luogo a cui la cittadinanza praina è legata da particolare affetto, alla luce della sua posizione strategica e della sua funzione storica di presidio trasportistico e sociale».