«Siamo i Sinner della portualità». La definizione data da Alberto Amico, presidente di Amico & Co., sulla nautica a margine della presentazione dello studio annuale sull’impatto del comparto genovese sul territorio realizzato da The European House – Ambrosetti, evidenzia quanto il settore stia cercando di far capire agli stakeholder quanto utile potrebbe essere ripensare gli spazi nel nuovo piano regolatore portuale.
I dati 2022 e le tendenze 2023, presentati all’assemblea pubblica dell’associazione Genova for Yachting confermano la crescita del comparto della nautica professionale genovese, del suo impatto economico sul territorio, della capacità di creare valore, occupazione e attirare grandi eventi.
Le società dellla nautica sono in grado di attivare circuiti di fornitura e di generare maggiormente servizi ad alto valore aggiunto: un giorno di permanenza di uno yacht di 36-50 metri genera sul territorio ligure un impatto diretto di 2.949 euro delle aziende della nautica professionale, 4.340 di impatto indiretto e indotto sulle filiere economiche attivate in Liguria (un moltiplicatore di 2,5) per un totale di 7.654 euro (moltiplicatore 2,6). Per uno yacht sopra i 50 metri il moltiplicatore aumenta ancora di più: arrivando a 2,9 tra diretto-indiretto e indotto e a 3,0 tra diretto-indiretto, indotto e catalizzato. «Parliamo di 70 mila euro al giorno» evidenzia il presidente di Genova For Yachting Giovanni Costaguta.
La nautica professionale
La filiera allargata che direttamente o indirettamente gestisce tutto il tema delle imbarcazioni e della presenza delle imbarcazioni. Cantieri, marine, i servizi di agenzia, altri servizi professionali e anche aziende che sviluppano forniture specialistiche per il settore.
«Non bisogna lasciarci in panchina − sottolinea Amico − sarebbe un peccato. Perderemmo la Coppa Davis, invece possiamo vincerla e sarebbe una grande vittoria per la città di Genova perché siamo il settore del porto più in simbiosi con la città e e anche con la navalmeccanica storica genovese. Quindi rischiamo di fare tutti felici, no?».
Nel 2022 è di 512 milioni di euro il giro di affari lungo tutta la filiera (+50% sul 2021), 2.540 gli occupati, con un contributo al Pil ligure stimato in 181 milioni di euro. In aumento a 1800 le toccate di yacht e quasi 70 mila le giornate di permanenza tra marine e cantieri. 12 mila i membri di equipaggio che hanno vissuto in città nell’arco dell’anno. Valori pre-pandemia.
La tendenza per il 2023 prevede ancora valori in aumento, con 79 mila giornate di permanenza. La crescita dei traffici è concentrata nelle imbarcazioni di lunghezza inferiore (da 15 a 75 metri di lunghezza), e diminuisce per le unità oltre i 75 e poi i 90 metri, cioè nel settore di mercato che nel mondo sta crescendo maggiormente rispetto agli altri.
Questo dato preoccupa, ed è dovuto a due principali cause: la prima, per il momento risolta, è la limitazione alla circolazione dei marittimi stranieri in Italia, la seconda, più rilevante, è la scarsità di infrastrutture portuali dedicate: accosti tecnici, marine, bacini. Alla luce dei dati e degli andamenti e a fronte di un mercato, quello dei superyacht, che continua a crescere nel mondo e che prevede di raggiungere le 7700 grandi unità naviganti nel 2030 i soci di Genova for Yachting torna a sollecitare un confronto con la città.
Servono spazi: «Si può fare tanto anche senza aspettare la Diga o il Waterfront − sostiene Amico − perché gli spazi si possono razionalizzare. Il nostro settore ha bisogno anche di tanto ordine e pulizia e contatto diretto con la città».
Secondo Amico non servono solo infrastrutture e aree per i mega yacht dai 90 metri in su, ma anche per laboratori, uffici, officine». Più nautica e meno merci? «Le merci e la logistica sono un tema di interesse nazionale importantissimo, mentre la nautica professionale è un tema di interesse fortissimo per Genova perché riguarda professionalità locali, subcontractor compresi, nell’arco di un centinaio di chilometri». Amico evidenzia che chi ha le infrastrutture oggi catalizza il 60% del mercato.
«Il piano regolatore portuale è lo strumento per andare a definire questi spazi − dice Costaguta − pensiamo anche a Ponente. Bisogna poi vedere con il discorso Diga cosa succederà».
Il commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Piacenza replica: «In questi anni noi abbiamo investito molto sull’area dedicata alla nautica e alle riparazioni navali. Sono previsti interventi per trenta milioni di euro per il rilancio dei bacini portuali, interventi che partiranno entro l’anno. Anzi, pensiamo di uscire con la prima gara per il riempimento tra il bacino quattro e il bacino cinque nel mese di febbraio per poi vedere il via ai lavori entro il mese di settembre. Con il piano regolatore portuale anche il tema delle riparazioni navali e delle aree di Levante sarà oggetto di riflessione per la riorganizzazione degli spazi. Abbiamo avuto già confronti con gli operatori. A Ponente sul tema delle costruzioni navali ci stiamo ragionando, ma trarre oggi delle conclusioni è prematuro».
Lo studio è stato presentato a palazzo San Giorgio.
Genova for Yachting continua a crescere: «Oggi siamo 60 soci, sommiamo un fatturato di oltre 430 milioni di euro e occupiamo 1000 addetti diretti − dichiara Costaguta − siamo riconosciuti come un comparto di eccellenza e riusciamo a fare squadra con il territorio, cosi come dimostra il ritorno del Myba charter show a maggio nelle banchine di Marina Molo Vecchio. Tuttavia è evidente che il nostro sistema in prospettiva ha dei limiti sia in termini di spazi a terra per future attività, sia nell’accoglienza e gestione delle unità più grndi, che è il trend del mercato. Chiediamo attenzione e di essere parte attiva delle gestione sfide delle della città e del porto».