“Il governo ha le idee molto chiare sul futuro dell’ex Ilva e sa dove vuole andare. Ho fatto presente al ministro che la priorità per Genova è la fabbrica di Cornigliano. Da qui sono passati tanti proprietari, ma il vero proprietario è la città di Genova, che vuole la fabbrica di Cornigliano e vuole l’acciaio. Genova ha una posizione logistica invidiabile, che consente di diminuire i costi: fare l’acciaio qui è un vantaggio per tutti”. Sono le parole del sindaco di Genova Marco Bucci a margine della cerimonia per il 45esimo anniversario dell’assassinio di Guido Rossa, svoltasi questa mattina nello stabilimento ex Ilva di Cornigliano. Lo riporta l’Agenzia Dire.
Ieri il sindaco era a Roma per discutere del futuro dello stabilimento con ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. “Vogliamo un piano industriale come si deve e che ci sia occupazione e lavoro per il futuro della nostra città questo è l’obiettivo primario, poi se ci sono altre possibilità sulle aree le valuteremo tutte – ha detto Bucci -. Ma non si va da nessuna parte, se non si costruisce l’acciaio qui. E su questo siamo in pieno accordo con il ministro. In ogni caso, le porte sono sempre aperte per tutti: non c’è nessun aut aut”.
E per quanto riguarda l’occupazione ha sottolineato Bucci che “l’asticella in termini occupazionali è sempre quella dell’accordo di programma: 2.200 persone, vorremmo tornare a quel livello, anche se l’accordo di programma è stato non rispettato più volte da ArcelorMittal: la situazione è difficile, oggi il mondo è cambiato, ma la gente ha sempre bisogno di un lavoro. Certamente ci sarà bisogno di un tavolo con il futuro commissario per discutere tutti questi aspetti”.
Anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è intervenuto su Acciaierie d’Italia a margine della commemorazione di Guido Rossa, come riporta Dire: “Chiediamo al governo di imboccare un percorso che finalmente dia un futuro certo a questo stabilimento, a tutti gli stabilimenti Ilva e a una delle principali fabbriche di quell’acciaio che ha reso grande il nostro Paese, lo ha reso una potenza industriale e nel mondo e che deve continuare a essere prodotto a supporto di tutta la manifattura italiana, che resta la seconda d’Europa”.
Per Toti è un bene che “sia finalmente chiarito il rapporto con Mittal, sia pure in modo negativo, apre oggi lo spazio per una transizione che veda lo Stato riappropriarsi di questa fabbrica e trovare un nuovo socio industriale in grado di fornire il knowhow e i mercati che servono per andare avanti”.