Continua il trend di crescita delle imprese straniere in Italia che negli ultimi 5 anni sono aumentate del 10% – al contrario di quelle con titolari italiani che sono diminuite del 3% – e nei primi sei mesi del 2023 hanno raggiunto le 657 mila unità. E tra le prime 10 province per incidenza di imprenditori stranieri due sono liguri: Imperia, al quarto posto con il 18%, e Genova, sesta con il 16,6%.
È quanto emerge dai dati Unioncamere-InfoCamere aggiornati al 30 giugno 2023 sulle imprese straniere iscritte al Registro delle imprese delle Camere di commercio: a livello nazionale nei primi sei mesi il saldo è positivo per 14.500 unità, frutto di 35.501 iscrizioni e 20.923 cessazioni. Il commercio è il settore in cui operano principalmente i cittadini marocchini, le costruzioni per i titolari romeni e manifattura e intrattenimento per i cinesi.
«L’Italia delle imprese è sempre più multietnica – ha commentato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete – e questo è un bene perché fare impresa aiuta ad integrarsi e perché si pone un freno alla denatalità, fenomeno che coinvolge l’Italia e che non può alla lunga non ripercuotersi sul sistema imprenditoriale. Se la concorrenza è leale è la benvenuta e migliora il tessuto delle imprese».
In Liguria a fine 2022 i residenti censiti erano 1.509.227, quasi 1.600 in meno rispetto all’anno precedente, mentre l’indice di vecchiaia continua a salire: si contano 7,9 anziani per ogni bambino (media nazionale di 5,6). Unico dato positivo nella dinamica della popolazione ligure è proprio quello legato all’immigrazione: tra 2021 e 2022 i residenti stranieri censiti in Liguria erano 5mila in più (150.541 in totale).
A trainare l’imprenditoria straniera nel primo semestre 2023 sono stati i settori delle costruzioni e dei servizi (+3% su base annua) che insieme rappresentano il 44% del totale, insieme all’agricoltura (+5%). Il commercio registra una lieve frenata (-0,7%) ma resta il settore più rappresentativo con oltre 261mila imprese.
Sotto il profilo territoriale la maggior parte delle imprese straniere si concentra nel Nord Ovest a partire dalla Lombardia (il 31% del totale). La provincia con la maggiore concentrazione di imprese straniere si conferma Prato, dove l’incidenza è pari al 33%, seguita da Trieste (20%) e Firenze (18%). All’estremo opposto la provincia con la minore incidenza è Barletta-Andria-Trani con il 2,5%.
Restringendo l’analisi alle imprese individuali, Marocco, Romania e Cina sono i Paesi da cui provengono la maggior parte dei titolari d’azienda (34% del totale) seguiti da Albania, Bangladesh e Pakistan (19%) e quindi da Egitto, Nigeria e Senegal (11%). Gli imprenditori marocchini combinano una marcata presenza ad una forte specializzazione territoriale, vantando la massima incidenza nelle province dello Stretto (Catanzaro, Reggio Calabria e Messina). La presenza dei romeni invece risulta meno specializzata territorialmente in quanto raggiunge la massima incidenza in province collocate in tre regioni diverse (Viterbo, Torino, Cremona). I titolari cinesi invece mostrano un’elevata incidenza e concentrazione in Toscana (Prato con il primato assoluto del 70% e Firenze) ma anche nelle Marche (Fermo