L’Iit accelera sul trasferimento tecnologico, come dimostrato dall’evento Edge 2023 (qui il nostro approfondimento) destinato a ripetersi ogni anno e a mettere assieme ricerca, imprese e finanza. Ma come se la stanno cavando le startup nate dall’Iit? Ognuna di esse ha diverse peculiarità non solo nel settore e nella tecnologia sviluppata, ma soprattutto nel modo in cui sono arrivate al mercato.
Liguria Business Journal lo ha chiesto direttamente a loro, tra i presenti all’evento.
SmartMicroOptics: l’evoluzione del mercato grazie al microscopio portatile
Tra le più “vecchie” c’è di sicuro SmartMicroOptics, che è stata lanciata nel 2016 per dare la possibilità a tutti di applicare ottiche allo smartphone per dargli la funzionalità di microscopio. Andrea Antonini è il ceo, mentre Alfonso Lucifredi è il business development manager: «Quello che cerchiamo di fare ora − spiega Lucifredi − è ampliare il nostro mercato perché attualmente il nostro business sono le scuole, soprattutto italiane. Inizialmente siamo nati proprio come startup quindi con Kickstarter abbiamo avuto un grande successo all’estero. Da circa un anno-un anno e mezzo invece vendiamo molto e veramente tanto in Italia. Grazie soprattutto a Diple, che è il microscopio portatile con applicazioni in campo didattico. Vogliamo ampliare il suo utilizzo ad esempio in campo Agritech e anche medico visto che consente di fare dei prescreening delle analisi mediche. Si possono vedere i globuli rossi ad esempio. Abbiamo parlato con Medici Senza Frontiere, il progetto è di fare arrivare un microscopio dove non ci sono ospedali. Ad esempio si può vedere il plasmodium della malaria o determinati parassiti del sangue. Durante la pandemia invece abbiamo avuto delle scuole americane che avevano ordinato tanti pezzi per poter permettere ai ragazzi di lavorare in remoto». Smo ha raccolto 350 mila euro di investimenti.
Non solo startup
All’ingresso di Edge 2023 era ben visibile un ospite speciale: R1, service humanoid robot, un robot con funzioni di accoglienza che è stato già pensato con materiali e tecnologie facilmente riproducibili in serie. «Una piccola differenza rispetto agli altri robot utilizzati nella ricerca, che sono molto più complicati», afferma Marco Randazzo, Chief Technician Humanoid Sensing and Perception dell’Iit.
Il robot è pensato per essere utilizzato in ambienti pubblici come receptionist, come distributore di medicinali, ma anche come operatore di videosorveglianza all’interno di un aeroporto o come guida turistica all’interno di un museo.
ReWing, primo progetto finanziato da RoboIT
L’esperienza di ReWing, startup innovativa nata nel 2022, ha un percorso differente: «Ci occupiamo di tecnologie robotiche per la riabilitazione, che comprendono il livello di disabilità della persona mentre fa la terapia e cambiano il loro comportamento in modo da ottimizzare il processo − racconta il ceo Jacopo Zenzeri − Abbiamo fondato la startup dopo più di dieci anni di ricerca sui dispositivi che poi andremo a proporre al mercato. Abbiamo deciso di non fermarci alla validazione scientifica, quindi abbiamo dimostrato l’efficacia delle nostre tecnologie». Il mercato potenziale è tutto il mondo, ma la tecnologia robotica hardware e software è molto costosa, specialmente in una fase iniziale di produzione: «Abbiamo avuto bisogno di iniziare a capire come recuperare i fondi e siamo stati il primo progetto di startup che è stato finanziato da RoboIT, che è il primo veicolo di Cassa Depositi e Prestiti. Abbiamo fatto un percorso con loro e adesso siamo nella seconda fase». ReWing ha ottenuto investimenti per 750 mila euro e con questi ha dato vita al primo prodotto industrializzato, pronto per essere certificato e ad andare sul mercato. «In realtà − puntualizza Zenzeri − siamo già entrati sul mercato con lo stesso prodotto, ma per gli istituti di ricerca. È successo un mese fa e abbiamo già iniziato ad avere i primi contratti firmati per la vendita. Entro la fine del 2024 saremo sul vero mercato medicale. Stiamo andando alla ricerca di altri investimenti di un ordine di grandezza di qualche milione di euro perché ci permetterà di andare sul livello europeo». I clienti di ReWing sono ospedali e centri di riabilitazione oltre che, appunto, istituti di ricerca che vogliono utilizzare il dispositivo per capire meglio come funziona il cervello».
Proteso, la seconda generazione di esoscheletri che farà la differenza sul mercato
Ha attirato l’attenzione di Bocconi 4 Innovation (che seleziona le idee più innovative e le startup con maggiore potenziale per aiutarle a crescere e ad avere successo) la Proteso di Stefano Toxiri (ceo), startup lanciata nel 2022 che produce esoscheletri motorizzati per supportare i lavoratori durante attività manuali logoranti prevenendo dolori e infortuni. 30 mila euro gli investimenti raccolti. «Abbiamo una tecnologia presa in licenza dall’Iit, da cui abbiamo fatto uno spinoff due anni fa. L’abbiamo in prova e tra i primissimi clienti c’è l’Aeroporto di Fiumicino, per gli ovvi problemi di mal di schiena dovuti alla movimentazione di bagagli e di merci sia in ambito logistica sia nel traffico passeggeri. Quello che stiamo provando è un prototipo molto avanzato e molto vicino a un prodotto. Nel 2024 il completamento dell’ingegnerizzazione per lanciarlo ufficialmente sul mercato. Il riscontro è molto positivo nonostante diversi investitori avevano mostrato un po’ di scetticismo perché di esoscheletri si parla da tanto ma non hanno mai preso piede. La nostra interpretazione è che il “botto” sul mercato ancora non è stato fatto perché la prima generazione di esocheletri aveva parecchie limitazioni tecnologiche, mentre noi ricercatori abbiamo lavorato alla robotica effettiva che fornisce un aiuto notevole al lavoratore. I riscontri sono molto positivi sia dalle aziende sia dai lavoratori. Siamo tra i pionieri di una seconda ondata che finalmente riuscirà a sfondare sul mercato». Per il completamento del prodotto servirà ancora qualche mese, ma già nello stato attuale, sostiene Toxiri, la tecnologia dimostra di poter portare dei vantaggi notevoli.
Alkivio, una società benefit con un partner industriale
Una società benefit sin dall’inizio. Fulvio Puzone founder & ceo di Alkivio, lanciata nel 2022, spiega la motivazione: «La nostra attività principale deve essere un creare impresa tenendo in considerazione quello che è il beneficio per tutta la società al di là dell’orientamento imprenditoriale».
Alkivio nasce per iniziativa congiunta della Novacart, che è un’azienda sul mercato da decenni leader internazionale nelle forme di cottura in carta, e da personale dell’Istituto Italiano di Tecnologia che era dentro la stessa Novacart nel cosiddetto Joint Lab dell’Iit che è lì dentro del 2016. L’azienda viene lanciata nel luglio del 2022 e il primo anno e mezzo è stato dedicato a creare contatti di mercato. «Abbiamo ulteriormente migliorato la nostra offerta e in questo momento abbiamo contratti di prototipazione in essere con aziende di diversi mercati che stanno provando la nostra prima famiglia di biocompositi chiamata Alkipaper. Abbiamo anche avuto la capacità di effettuare delle prime forniture in quantità vendute all’esterno di Alkivio». Alkipaper è un biocomposito ideato per essere biodegradabile, compostabile, ecosostenibile e colorabile in sostituzione della plastica. I prossimi passaggi? «Far sì che le forniture, grazie ai nostri impianti pilota in sede a Garbagnate Monastero, ci permettano di avere dei numeri ben maggiori ed è proprio la grande sfida del 2024: convertire la prototipazione e le attività di advisory in forniture in grossi quantitativi».
In questo caso è stato molto importante avere un partner industriale come Novacart.