Giovedì 7 dicembre 2023, alle ore 9 presso il salone del Minor Consiglio di Palazzo Ducale, si terrà l’evento organizzato dallo Spi Cgil dal titolo “La città che cambia. Una nuova cultura dell’invecchiamento”.
Dopo l’introduzione di Ivano Bosco segretario generale Spi Cgil Genova e Liguria e i saluti del sindaco di Genova Marco Bucci, i lavori proseguiranno suddivisi in due momenti: prima la presentazione del libro “Storia della vecchiaia nella cultura occidentale” della sociologa Carla Costanzi per Maggioli editore e dall’intervento del prof. emerito dell’Università di Genova Antonio Guerci dal titolo “Le potenzialità implicite nella longevità”; a seguire, moderata dalla giornalista Sara Tagliente, si terrà la tavola rotonda sulle esperienze a confronto per una città inclusiva
All’incontro parteciperanno Guido Amoretti professore Università di Genova, Luca Borzani storico e editorialista, Giovanni Cabona assistente sociale, Giovanna Ferrandes psicologa e psicoterapista, Valia Galdi architetto, Pietro Piciocchi vicesindacato di Genova, Fulvia Veirana presidente Auser Liguria.
Nel tempo, le condizioni di chi ha superato l’età adulta sono drasticamente cambiate. Nel corso degli ultimi decenni la speranza di vita alla nascita è aumentata di circa 10 anni e chi oggi vive l’età adulta ha condizioni di salute e sociali completamente differenti da chi l’ha preceduto: sono migliorate le condizioni psicofisiche e, nonostante le limitazioni imposte negli ultimi tempi da crisi e pandemie, gli anziani godono mediamente di migliori condizioni di vita.
L’iniziativa vuole favorire una riflessione collettiva su come vive una generazione che, per la prima volta nella storia, ritiene di avere energie, esperienza e cultura da mettere a disposizione della comunità. Ma anche di come la città è pronta ad affrontare una simile sfida: dal punto di vista abitativo, della fruizione dei servizi, della mobilità e persino di proposte sportive e culturali.
Da qui l’esigenza di una interlocuzione con le istituzioni ed esperti del settore affinché si valorizzi una parte importante della popolazione genovese che può maggiormente contribuire al benessere e allo sviluppo sociale se adeguatamente valorizzata nelle proprie aspettative e necessità.