Il Pd chiede a Giovanni Toti di bloccare il progetto del rigassificatore di Vado alla luce dei pareri tecnici negativi o di dimettersi: «Alla Liguria serve un presidente che sia dalla parte dei cittadini, non un commissario di governo che baratta opere non necessarie per opportunità politica».
Lo hanno ribadito i consiglieri regionali, i parlamentari e il segretario Davide Natale in una conferenza stampa.
«I pareri tecnici a cui Toti finora si è appellato − dichiara il consigliere regionale e vicecapogruppo del Partito Democratico in Regione Liguria Roberto Arboscello − e dietro ai quali si è nascosto in attesa che arrivassero per schermirsi dalle critiche, ora sono pubblici e dicono chiaramente che il rigassificatore non può essere trasferito nel Porto di Savona-Vado. Toti non ha più scuse e non può non tenere in considerazione quello che enti terzi e autorevoli hanno dichiarato e scritto rispetto al questo progetto».
Già l’Istituto Superiore di Sanità lo definiva un’opera che si inserisce “su un territorio già fortemente antropizzato e industrializzato con criticità che riguardano i diversi comparti ambientali sui quali si potranno aggiungere gli impatti determinati dall’opera in progetto”, fa notare il Pd, mentre Ispra, aveva sottolineato che nella valutazione di impatto ambientale non è stata considerata la presenza dell’Area Marina Protetta e non si è tenuto conto della riperimetrazione delle Zone di Conservazione Speciale che proprio Regione Liguria aveva proposto non più tardi di un anno fa.
Ora sono arrivati anche i pareri di vigili del fuoco, Arpal e della Capitaneria di Porto.
I vigili del fuoco scrivono di una carenza di valutazione rispetto ai rischi di collisione con le imbarcazioni che possono transitare nell’area interdetta e denunciano la mancanza di certificazioni di sicurezza sulla Golar Tundra.
La capitaneria di porto di Savona informa dell’assenza di gestione delle interferenze con le attività portuali esistenti.
Arpal rileva che alcune opere non sono state descritte collocandole nel territorio in cui andranno a insistere e non sono state valutate rispetto alle altre attività in essere (Diga foranea Vado Ligure e costruzione cassoni per Diga Foranea di Genova).
Arboscello ha anche scritto una lettera aperta a Toti in cui chiede di tornare sui suoi passi. «Lo chiediamo perché il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha detto che, nonostante la procedura di Via l’ultima scelta spetta comunque al commissario di governo».
Domani a Savona, alle 14:30, è prevista una manifestazione con raggruppamento in piazza Mameli e poi spostarsi in piazza Sisto.
«Le criticità ambientali sarebbero già di per sè una pietra tombale − aggiunge Arboscello −
chiediamo se suonano come macigni solo a noi o anche al commissario Toti. Io prendo atto della sospensione dei termini della conferenza dei servizi, ma ora Toti deve decidere se fare presidente della Regione o continuare a fare commissario di governo e l’interesse della presidente del Consiglio, in questo caso ne chiederemo dimissioni».
Davide Natale, segretario del Pd Liguria, aggiunge: «Il presidente governa con gli occhi del passato, secondo un tornaconto solo politico. Il progetto non è innovativo ed emerge che è incompatibile con la Liguria. Il Pd sta dalla parte dei cittadini. In questo periodo abbiamo perso 14 milioni dal Pnrr per la riconversione della centrale Enel della Spezia, rispediti al mittente dall’azienda perché non c’era tornaconto economico. Oggi non c’è emergenza, i depositi di gas sono pieni e la domanda è la metà dell’offerta e noi dovremmo tenere la nave rigassificatrice Golar Tundra per 17 anni?»
Per la deputata Valentina Ghio le motivazioni che consigliano di abbandonare il progetto sono a 360 gradi: dall’incompatibilità ambientale allo sviluppo socioeconomico del territorio, con Savona che «ha cercato di riorientare la propria economia con grande fatica. I dati ultimi ci dicono che in questo momento non abbiamo bisogno di ulteriori riserve di gas.
Insieme a Pastorino e Orlando abbiamo presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente che integreremo con questi ultimi pareri e in cui ribadiamo la richiesta al ministero di prendere posizione».
Il deputato Luca Pastorino commenta: «Già in un Question time alla Camera con il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin a inizio ottobre avevo posto la questione del rigassificatore e delle sue criticità. La prima criticità riguarda la salute pubblica e la sicurezza, la seconda è la Zona di conservazione speciale dei fondali Noli-Bergeggi messa a rischio da questo progetto e la terza è che non è, come viene dichiarato, un’opera urgente e necessaria poiché i dati dei ricercatori Re Common dicono chiaramente che la domanda di gas nel nostro Paese è in costante diminuzione e che la capacità infrastrutturale del sistema oggi garantisce il doppio della domanda del gas prevista al 2026. Spero che Toti si faccia guidare dallo spirito del “buon padre di famiglia”: che fermi il progetto o che ci faccia sopra almeno un supplemento di riflessione. Mi sembra normale, visti i pareri».
«Ora è tutto chiaro, ma lo era anche prima dell’arrivo dei pareri tecnici: bastava ascoltare il territorio e capire che la scelta del rigassificatore in quell’area – dichiara il capogruppo PD in Regione Liguria Luca Garibaldi – oltre che sbagliata politicamente, non era neppure sostenibile a livello ambientale. Lo abbiamo detto in consiglio regionale e Toti ha detto di aspettare i pareri tecnici, adesso ci sono e sono negativi. Un presidente di Regione serio avrebbe già detto stop al progetto e chiesto di riaprire la discussione e anche un commissario serio lo avrebbe fatto, Toti che ricopre entrambi i ruoli, cosa vuole fare?»
Toti ha replicato alla lettera aperta.