Questa mattina, nella sede spezzina della Camera di Commercio Riviere di Liguria, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’insediamento della Consulta territoriale della Spezia, organismo previsto dallo Statuto dell’ente con lo scopo di curare le istanze dei singoli territori provinciali, formulando proposte e pareri al consiglio camerale.
La consulta resterà in carica fino al termine dell’attuale mandato consiliare ed è composta da Alessandro Ferrante (Confederazione italiana agricoltori), Filippo Zangani (Unione provinciale agricoltori), Paolo Campocci (Coldiretti), Antonella Simone (Confartigianato), Francesca Moriconi (Cna), Luca Cardini (Confindustria La Spezia), Fabrizio Capellini (Confesercenti), Roberto Martini (Confcommercio), Enrico Faggioni (Confcooperative), Caterina Natale (Lega ligure delle Cooperative e mutue), Andrea Germi (Agci), Chiara Fareri (Abi), Luca Comiti (Sindacati dei lavoratori), Antonio Carro (Associazione dei Consumatori), Manuela De Lisi (Ordini e collegi professionali). A presiedere la Consulta territoriale della Spezia è stata nominata Graziana Gianfranchi, consigliere camerale.
In occasione dell’insediamento della Consulta, la Camera di Commercio presenta il “Rapporto economico provinciale 2022”, pubblicazione che l’Ente ha curato con la collaborazione scientifica del Centro Studi Tagliacarne al fine di mettere a disposizione del territorio analisi approfondite sulle dinamiche provinciali collocate nel contesto regionale e nazionale.
«Condividere analisi ed elaborazioni vuol dire stimolare la riflessione su dove siamo e dove stiamo andando mirando al meglio azioni e scelte decisive – sottolinea il segretario generale, Marco Casarino -. Con questo obiettivo abbiamo deciso di rendere una costante l’appuntamento col Rapporto annuale sull’economia locale. Così come costanti sono divenuti i report congiunturali trimestrali, i report mensili sui dati Excelsior dedicati alle previsioni occupazionali delle imprese, le elaborazioni di dettaglio sui dati Unioncamere – Movimprese e Istat. E, da quest’anno, anche la Pubblicazione “Fai la scelta giusta”, per l’orientamento alle professioni. Un grande patrimonio a disposizione di tutti».
Sintesi del Rapporto economico provinciale
La creazione di valore in provincia della Spezia – Nel triennio 2019-2022 il valore aggiunto spezzino aumenta complessivamentemolto più rapidamente di quello italiano (+12,4% rispetto al +8,6% nazionale). Nel solo 2022 la provincia mostra una crescita del valore aggiunto del +9,4%, quasi in linea con il dato regionale (+9,7%), ma superiore di 2,5 punti rispetto alla variazione nazionale. Tali dinamiche comportano un pieno recupero di quanto perso nel 2020, con una marginalità positiva di 4,4 punti percentuali.
Tutti i settori si rivelano in crescita. L’industria cresce del +21,7%, piu del doppio della media italiana. Anche agricoltura (+5,6%) e altri servizi crescono a ritmi (+4,8%) superiori alla media nazionale (rispettivamente +2,4% e +3,8%). Le costruzioni crescono anch’esse rapidamente (+12,1%), piu intensamente dell’Italia nel complesso (+10,4%). Il comparto del commercio, dei trasporti, del turismo e dell’informazione e comunicazione, dal canto suo, cresce in modo interessante (+9,9%) ma al di sotto della media nazionale (+10,6%).
La Spezia si colloca su un livello medio alto di tenore di vita, con un valore aggiunto per abitante pari a 31,7 mila euro nel 2022, pari al 106,8% della media nazionale. La provincia si colloca al 29-mo posto fra le province italiane per ricchezza pro capite, guadagnando nel triennio 2019-2022 ben 9 posizioni nella graduatoria nazionale, di cui 5 soltanto nel 2022.
Il sistema produttivo – A fine 2022, le 20.687 imprese registrate in provincia della Spezia costituiscono il 13% circa del totale regionale, crescendo di 16 unita nell’anno. Un incremento marginale che si compone di non modesti mutamenti interni. Si assiste, infatti, ad un incremento delle società di capitale, evidentemente dettata da esigenze di mercato, con la provincia che segna un incremento in tale ambito nel 2022 del +5% (Italia +2,8%) e nel periodo 2019 – 2022 del +13,5% (Italia +10,4%). Le imprese che hanno adottato tutte le altre forme giuridiche (imprese individuali, societa di persone, altre forme) si rivelano in flessione.
Nel 2022 e nell’ultimo triennio si è assistito, in provincia, ad una contrazione di imprese attive per quanto concerne l’agricoltura (-2,4% nel 2022), le costruzioni (-2,5%) ed il commercio -4,3%); al contrario, si registra una dinamica favorevole per quanto concerne i servizi di alloggio e ristorazione (+0,7%) e le attività immobiliari (+1,5%). Nel medio periodo (2019 – 2022) crescono anche il manifatturiero e le altre attivita . L’artigianato spezzino e articolato su 5.134 imprese, stabile nel 2022.
Nel primo semestre 2023, le imprese spezzine diminuiscono (registrate -0,4%; attive -0,3%) a tassi analoghi a quelli nazionali.
Il commercio estero – Sono 235 le imprese della provincia della Spezia che operano sui mercati internazionali, coinvolgendo oltre 4,5 mila addetti. Fra 2019 e 2022, le esportazioni provinciali sperimentano una crescita molto vivace (+58,7%, +7% nel 2022) distaccandosi in misura notevole dalla performance del resto del Paese.
Particolarmente favorevole e stata la dinamica del settore dei prodotti in metallo, imperniato soprattutto su fonderie ed altre fabbriche dell’indotto (+32,9%), dell’elettronica e delle apparecchiature e macchinari (+22,5%) e degli altri prodotti (+61,8%). Viceversa, le attività cantieristiche, registrano una contrazione dell’export del 19,3%.
Le importazioni provinciali, nel 2022, crescono del 131,7%. Come risultante complessiva di tali andamenti, il saldo di bilancia commerciale spezzino, nel 2022, assume un valore negativo di oltre 1,3 m euro.
Il mercato del lavoro – Nonostante un lieve calo dell’occupazione (-1,9% rispetto al 2019, e nello specifico circa 500 occupati in meno rispetto al 2021), il tasso di occupazione provinciale rimane stabile nel triennio, passando dal 64,1% del 2019 al 64,2% nel 2022. La tenuta del tasso di occupazione, che evidenzia anche una lieve risalita per la componente maschile (+1,7 punti) a fronte di una discesa di quella femminile, dipende dal decremento demografico. Lo stock occupazionale provinciale guadagna addetti in misura consistente nel comparto dell’industria in senso stretto (+39% nel 2019-2022). Viceversa, l’occupazione nelle costruzioni diminuisce di circa il 6%; anche il comparto commerciale e turistico, nel corso del triennio, perde più di un terzo della sua occupazione.
Il tasso di disoccupazione spezzino, nel triennio 2019-2022, diminuisce in misura consistente, passando dal 9% all’8,2%. I circa 900 disoccupati in meno registrati in questo arco temporale non dipendono da un allargamento dell’occupazione, ma da una riduzione delle forze di lavoro, indotta sia dal calo demografico, sia dall’inattività. Si allargano anche i divari di genere: mentre il tasso di disoccupazione maschile, nel triennio, scende di 2,1 punti nel solo anno 2022, quello femminile rimane superiore, per quattro decimali, ai livelli pre pandemici, attestandosi sull’11,9%. Una considerazione simile puo essere fatta per i giovani: lo specifico tasso di disoccupazione, pur scendendo al 27% nel 2022, valore inferiore rispetto ai livelli del 2019, e di quasi 10 punti piu alto della media nazionale.
Le previsioni formulate dalle imprese indicano come, a luglio 2023 sono programmate circa 2.460 entrate di addetti; nel terzo trimestre del 2023, le entrate previste di nuovo personale raddoppiano rispetto al medesimo periodo 2022. Le entrate previste si concentrano per l’81% nel settore dei servizi, in particolare nella filiera della ristorazione e del turismo ed in misura minore nel commercio, nei servizi alla persona e alle imprese. Una dinamica positiva e stata anche manifestata dalle imprese di costruzione.
La popolazione – Nel 2022, la popolazione spezzina perde 731 unità rispetto al 2021, diminuendo dello 0,34%, piu rapidamente rispetto alla media nazionale. L’indice di vecchiaia, pur superando di oltre 60 punti il dato nazionale, rimane sotto di circa 17 punti rispetto a quello ligure; la relativa dinamica e pero piuttosto intensa, guadagnando 11,2 punti fra 2018 e 2022. Una popolazione anziana si traduce in una natalita ridotta, pur in presenza di indici di nuzialita persino leggermente migliori di quelli del resto del Paese.
Il credito – Le famiglie costituiscono il 57% del totale del monte-impieghi delle banche in provincia, seguite, con il 28%, dalle società non finanziarie medio-grandi e poi, con appena il 9%, dalle micro e piccole imprese. Peraltro, nei 15 mesi fra gennaio 2022 ed aprile 2023, i prestiti alle famiglie crescono ulteriormente, in un contesto in cui, invece, quelli al sistema produttivo diminuiscono, anche se i prestiti alle micro e piccole imprese crescono del 4,8%, al di sopra del tasso regionale e nazionale. In termini settoriali, i prestiti alle imprese dei servizi sono quasi il 59% del totale al sistema produttivo.
La consistenza delle sofferenze è in deciso calo, come del resto a livello complessivo nazionale. Fra 2019 e 2022, il rapporto fra sofferenze ed affidato scende del 57,2%, piu rapidamente che nel resto del Paese, evidenziando un miglioramento degli equilibri delle banche.
Il turismo – Per la provincia della Spezia, il 2022 è stato un anno in cui arrivi e presenze sono cresciuti in misura consistente rispetto all’anno precedente (rispettivamente +45,8% e +36,2%), non lontano dal tasso nazionale (arrivi +50,6%%; presenze +42,5%). Le presenze turistiche in provincia sfiorano i 3 milioni e oltre la meta e costituita da turismo internazionale (La Spezia 62,6%; Italia 48,8%).
Il mercato immobiliare – A livello provinciale, il numero di transazioni normalizzate è cresciuto di oltre il doppio rispetto alla media italiana ed a quella ligure. Le variazioni piu importanti ì si riscontrano nelle piccole pezzature (fino a 50 mq) ed in quelle molto grandi (oltre 114 mq). Cio riflette, da un lato, il dinamismo del mercato per single o coppie senza figli e, dall’altro, la crescita degli acquisti di grandi unita , per finalita di investimento. Il trend positivo è generalizzato a livello provinciale ad eccezione della Riviera Spezzina di Ponente (-4,0%); i dati maggiormente significativi si hanno nell’Alta Val di Vara (+20,7%), nella Riviera Spezzina di Levante (+20,1%), nella Media e Bassa Val di Vara (+14%) e nel comune di La Spezia (+13,1%)1.
L’economia del mare – In un contesto regionale nel quale la blue economy costituisce l’11% del valore aggiunto complessivamente prodotto, l’economia del mare spezzina si attesta al 13,3%, l’occupazione al 13,2% e le imprese il 16,3%. In particolare, in termini di valore aggiunto ed occupati, pesa la filiera cantieristica. Seguono l’attivita portuale del capoluogo, che incide per un quinto sul valore aggiunto ed il turismo marittimo.
La Spezia si trova, quindi, ad essere una delle “capitali” dell’economia del mare italiano. Per incidenza sul valore aggiunto, essa e infatti classificata al terzo posto fra le province italiane, dopo Trieste e Livorno, così come per incidenza sull’occupazione, mentre è addirittura prima in Italia per incidenza del numero di imprese. Del resto, La Spezia e uno dei più importanti porti mediterranei per il traffico container; l’attivita del porto, nel 2022, cresce dello 0,6% sull’anno precedente, grazie soprattutto alle rinfuse liquide. Molto positivo è anche il traffico turistico, con i passeggeri delle crociere che crescono di quasi il 400% in un anno.
La produzione agricola – L’annata agricola 2022 alla Spezia si chiude con un calo produttivo (-8,3%), pari a circa il doppio della contrazione regionale ed in contrasto con l’aumento nazionale (tale riduzione produttiva puo essere alla base della consistente riduzione del numero di imprese agricole nei primi sei mesi dell’anno). Tuttavia, la superficie agricola utilizzata aumenta rispetto al 2021, segnalando processi di ristrutturazione aziendale all’interno del comparto, con una crescita dimensionale media delle imprese. Nello specifico di alcune filiere tipiche, come quella vitivinicola, piu della meta della coltivazione provinciale e destinata verso vini non DOP e non IGP, anche se tale quota, fra 2021 e 2022, tende a ridursi a beneficio dei vini IGP. Con riferimento al settore oleario, invece, produzione e superfici non registrano alcuna variazione fra 2021 e 2022.