La Corte di Cassazione ha annullato, per eccesso di giurisdizione, la sentenza del Consiglio di Stato che aveva bocciato la proroga al 2033 delle concessioni balneari. La decisione della suprema corte è avvenuta per meri motivi procedurali, senza entrare nel merito della legittimità delle proroghe: in sostanza, la Cassazione ha accolto il ricorso dell’associazione Sib-Confcommercio e della Regione Abruzzo, che erano state escluse dal Consiglio di Stato, ma ha omesso di pronunciarsi sulle questioni più scottanti poste dai ricorrenti.
Ora sarà il Consiglio di Stato a doversi esprimere nuovamente sulla questione, riammettendo le parti ingiustamente escluse e rivedendo le sue posizioni. Lo riporta mondobalneare.com.
Contro la pronuncia del Consiglio di Stato avevano presentato ricorso il Sindacato italiano balneari di Confcommercio e la Regione Abruzzo. Entrambe si erano costituite in giudizio come parti terze nell’udienza di Palazzo Spada, ma i giudici avevano deciso di escluderle, ritenendo i loro interventi inammissibili.
“La sentenza della Corte di Cassazione va nella direzione che auspicavamo − commenta l’assessore al Demanio della Regione Liguria Marco Scajola, coordinatore del Tavolo interregionale degli assessori al Demanio marittimo − ritengo ora più che mai improcrastinabile un provvedimento del governo per arrivare ad un ordinamento omogeneo delle concessioni demaniali marittime che faccia chiarezza una volta per tutte sul futuro di questo settore. Da parte delle Regioni c’è massima collaborazione, aspettiamo di essere convocati al più presto per poter dare il nostro concreto e fattivo contributo. Questa sentenza è certamente positiva per il settore e chiarisce alcuni aspetti ma rende ancora più urgente un intervento governativo per comprendere quali siano i comportamenti che le imprese e i territori devono adottare in vista della scadenza del 31 dicembre prevista dalla direttiva europea Bolkestein. Ora nessuno può rimanere a guardare: il governo deve intervenire, con il supporto e la piena collaborazione delle Regioni».
Il consigliere regionale della Lega e presidente della II commissione Salute e Sicurezza sociale Brunello Brunetto commenta: «La Lega ha sempre sostenuto la necessità di coinvolgere i diretti interessati nelle decisioni che li riguardano, tanto da avere promosso un tavolo tecnico nazionale con i rappresentanti delle Regioni e dei balneari, al quale aveva peraltro partecipato anche il nostro senatore savonese Paolo Ripamonti. Il Consiglio di Stato non poteva pretendere di decidere senza ascoltare tutte le argomentazioni in causa e, soprattutto, ignorando le norme approvate dal Parlamento. Sono soddisfatto che la sentenza della Corte di Cassazione ci abbia dato ragione e sia stata fatta giustizia. Mi auguro che, seguendo le indicazioni della Corte di Cassazione, il prossimo pronunciamento del Consiglio di Stato tenga conto delle norme vigenti in Italia e di tutte le posizioni, in particolare quelle dei balneari, finalmente chiamate legittimamente a partecipare al dibattimento. Il settore balneare è fondamentale per la Liguria e per l’economia della nostra regione. La Lega continuerà la battaglia per i loro diritti perché da sempre afferma gli effetti distorsivi della direttiva UE Bolkestein».