Il progetto “SeaCleaner” presentato dalla ricercatrice Silvia Merlino (al centro, nella foto) dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Lerici (La Spezia) è il vincitore del Premio Cnr per la Citizen Science – Biblioteca Guglielmo Marconi promosso dall’Unità Pianificazione, Programmazione e Biblioteca Centrale e dall’Unità Comunicazione del Cnr nell’ambito delle iniziative del Centenario dell’Ente, per valorizzare e supportare le iniziative di public engagement e di coinvolgimento di cittadini e scienziati in attività di ricerca collaborativa ideate, promosse e sviluppate dalla rete scientifica.
Questa la motivazione: “Un progetto nato nel 2013 dall’esigenza di affrontare il problema dell’impatto antropogenico sugli ambienti marini, con focus su presenza, distribuzione, quantità, tipologia dei marine litter in aree costiere isolate o protette, individuando nuove modalità di coinvolgimento delle comunità locali, in particolare dei giovani in età scolare. La dottoressa Merlino ha saputo cogliere l’intero spettro del paradigma della Citizen Scienze: diffusione dei principi scientifici a partire dalla regia del progetto, partecipazione attiva dei cittadini e degli operatori del settore ittico quali ricercatori attivi diffusi sul territorio, comunicazione della difesa che la scienza può offrire all’ecosistema, ricerca del risultato concreto e, non ultimo, originalità e creatività nel coinvolgimento peer-to-peer di tutti i soggetti. Grazie a SeaCleaner, complimenti a Silvia Merlino: solo insieme si vince”.
Il progetto affronta il problema dell’impatto antropogenico rappresentato dai rifiuti, soprattutto di matrice polimerica, sull’ambiente marino, uno dei problemi ambientali emergenti degli ultimi decenni, specialmente nelle aree costiere isolate o protette, coinvolgendo il più possibile la comunità locale, rappresentata da scuole, associazioni e ricercatori. In questo modo, sarà possibile ottenere informazioni sulla presenza, distribuzione, quantità, tipologia impatto dei rifiuti antropogenici in ambiente marino, e allo stesso tempo veicolare informazioni e sensibilizzare i partecipanti al programma di monitoraggio e/o attività connesse. Obiettivo specifico è quello di mettere a punto dei protocolli standardizzati e confrontabili con quelli già esistenti per raccogliere dati, attraverso monitoraggi dedicati alla classificazione e alla quantificazione dei rifiuti accumulati presso le aree costiere, e allo studio delle dinamiche di accumulo: i protocolli vanno da quelli “manuali”, più comuni, in spiaggia, a quelli attuabili per mezzo di tecnologie innovative, come quella dei droni aerei, oppure a quelli per la raccolta di materiale sui fondali marini, sia con le bombole che, in zona costiera, in apnea, coinvolgendo associazioni, studenti e insegnanti nei monitoraggi, così come nella realizzazione o adattamento dei protocolli stessi, o in quella del post processing dei dati.
Il progetto è stato avviato nel 2013 come esperienza/proposta di “alternanza scuola lavoro”/Pcto, coinvolgendo negli anni scuole da Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte.
Partner di SeaCleaner, fin dai primi anni, è Ingv; e numerose attività vedono il coinvolgimento di altri Istituti del Cnr (Cnr-Ifc, Cnr-Ipcf, Cnr-Iccom, Cnr-Ibe), dell’Università di Pisa e di Parma, l’Istituto Zooprofilattico, l’Enea, oltre che associazioni quali Legambiente, Marevivo, Shibumi, Luna-sul- mare, Spazzapnea, Lipu, nonchè della Polizia di stato con il gruppo sommozzatori CNeS e gruppo CR interdipartimentale W.O.W (Win On Waste). Nel 2023 SeaCleaner è diventato membro della neonata Associazione Citizen Science Italia.