«La rigenerazione urbana e l’attrazione di investimenti e risorse è uno dei nostri obiettivi primari. Per questo abbiamo creato la Genova Business Unity, una task force, della quale fanno parte i dirigenti di urbanistica e sviluppo economico e l’assessorato, per fornire un’interfaccia diretta e personale, rapida ed efficace a chi vuole investire su Genova». Lo ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica del Comune di Genova Mario Mascia a Roma nel corso del convegno Future Cities durante il quale è stato presentato il Primo Rapporto nazionale sulla rigenerazione urbana, a cura di Scenari Immobiliari in collaborazione con Urban UP-Unipol.
Dal convegno è emerso che In Europa il recupero delle aree urbane dismesse è già da tempo il principale mercato immobiliare. Anche in Italia la rigenerazione urbana costituirà un elemento fondamentale per lo sviluppo del Paese da qui al 2050 e andrà a interessare 920 Kmq di suolo rigenerabile, 350 milioni di mq di superfici immobiliari realizzabili, un fatturato industriale da 2.300 miliardi di euro in 27 anni. Anche le finanze pubbliche ne avranno un beneficio stimato tra 20 e 25 miliardi di euro di gettito aggiuntivo annuo per lo Stato. Potrebbero esserci (stima minima) centomila nuovi posti di lavoro, non solo nelle costruzioni ma anche nei servizi.
Secondo Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari «La crescita con consumo di suolo è finita e bisognerà lavorare sempre di più con i tanti ‘vuoti’ che il passato ha lasciato. Dalle fabbriche dismesse alle aree ferroviarie e poi i complessi ad uffici anni ’60 non più adatti alle nuove esigenze. Le città del futuro, come già successe nell’undicesimo secolo, devono recuperare intramoenia le funzioni necessarie».
«Il piano urbanistico della nostra città (Puc) – ha precisato Mascia – non prevede norme direttamente rivolte alla rigenerazione urbana. È un documento del 2015 e stiamo lavorando per introdurvi a chiare lettere l’obiettivo della riqualificazione del territorio come rimedio al degrado urbano. È nostra convinzione che il recupero delle aree dismesse e degli edifici degradati sia strategico per Genova. Gli interventi di rigenerazione urbana ruotano intorno al porto, cuore della nostra storia e della nostra economia, e dal punto di vista strategico rappresentano anche un rafforzamento del rapporto tra Genova e il mare, un rapporto che vogliamo sia sempre più stretto. In presa diretta rispetto al Porto Antico la prima sfida riguarda il Centro Storico col Piano Caruggi che prevede un severo ordine di interventi che tengono conto della divisione in tre sestieri, ognuno con caratteristiche morfologiche e sociali diverse. Per il centro storico sono previste 185 azioni, suddivise in tre macrocategorie: interventi fisici, servizi e interventi immateriali. La strategia di intervento prevede la messa in campo di azioni diffuse di “agopuntura urbana”, che devono essere lette e connesse con uno scenario più ampio che vede dei fondi del Pnrr stanziati per Genova l’attuazione di un piano urbano complesso. Parliamo di 22 interventi a valere sui fondi Pnrr e parte integrante del Piano Caruggi per un importo complessivo di circa 87 milioni di euro. Dal Centro Storico al Waterfront di Levante al cosiddetto Bosco di Piano, vogliamo continuare ad aprire la città al mare come avvenuto col Porto Antico e restituire a chi vive e visita Genova spazi verdi, accessibili e fruibili per vivere, studiare, lavorare e divertirsi davanti al mare».
«In coerenza a questa vision, andando verso ponente – ha aggiunto l’assessore – si aggiungono importanti progetti di rigenerazione per quanto riguarda l’ex Silos Granaio Hennebique, il Tabarca e il Metellino, edifici che saranno rivitalizzati con l’innesto di attività e servizi, ed altri interventi di riqualificazione interessano Sampierdarena e Pra’ Palmaro, il Cerchio rosso della Valpolcevera, e Sestri Ponente col nuovo bacino di carenaggio per le costruzioni e riparazioni navali. La rigenerazione urbana a Genova va di pari passo con le nuove infrastrutture fisiche (a partire da quella del ponte san Giorgio alla nuova Diga, passando per la Gronda e il Terzo Valico) e con quelle digitali, come le mega hub di cavi sottomarini già approdati al litorale genovese che attribuiscono a Genova un ruolo centrale a livello europeo e mondiale nella communication information tecnology e nel data exchange. La Genova rigenerata è un porto nodale di merci e di persone ma anche una formidabile porta di dati».