Siamo tutti principianti davanti alla morte. Paolo Milone, psichiatra genovese, dopo il grande successo della sua opera d’esordio “L’arte di legare le persone” (Einaudi, 2021) in cui ha messo poeticamente su carta la sua esperienza nei centri di salute mentale e al pronto soccorso psichiatrico, si cimenta con un tema ancora più difficile: parlare della morte.
Lo fa in “Astenersi principianti” (Einaudi, 2023) a suo modo, delicato, a volte umoristico, senza mai scordare la sensibilità che lo contraddistingue e soprattutto con una profondità che però risulta semplice al lettore.
“Esistere nel corpo è una cosa bellissima. Non ci sono altri posti per essere noi stessi“, scrive Milone. “Eppure la morte è l’unica certezza che abbiamo nella vita, ma noi allontaniamo il pensiero ogni giorno, con pervicace distrazione”.
Nessuno è mai preparato alla morte, ma nessuno è mai preparato anche al distacco con chi muore.
Si parte con un momento di vita vissuta, un soccorso a un uomo che si sente male in un supermercato, per iniziare a parlare di quello che per tanti resta un convitato di pietra.
Milone non ne parla soltanto, ma prova a rendere umana la morte, che ha pensieri, parole e persino sentimenti. “La verità è che ognuno muore a modo suo, come sa e come riesce. Non esistono protocolli. Le confesserò una cosa: anch’io sono una principiante assoluta, ogni volta ricomincio da zero. È impossibile prepararsi, non ci resta che improvvisare”.
Il libro è composto da brevi o più lunghi pensieri, messi in prosa o poesia, rendendo questo titolo difficile da inserire in un genere. Di sicuro, però, a fine lettura, se ne esce arricchiti e forse meno spaventati da un momento che, prima o poi, dovremo affrontare tutti.