Vertenza ex Ilva, un incontro tra istituzioni e sindacati ha messo d’accordo tutti: l’accordo di programma va rivisto se non esiste un piano di rilancio, pur di salvare l’occupazione di un migliaio di dipendenti.
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci commentano in una nota congiunta: «Durante l’incontro di oggi abbiamo condiviso il fatto che l’acciaio è fondamentale per Genova, che da troppi anni attende risposte sul futuro di questa azienda e sui necessari investimenti previsti e ad oggi disattesi. Per la prima volta abbiamo condiviso con le delegazioni sindacali che o questa azienda riparte e viene rilanciata con i livelli occupazionali promessi e accettabili o quell’accordo di programma che regge l’industria dell’acciaio a Genova non ha più senso di esistere così come è oggi. Nei prossimi mesi sapremo se ci sarà questa prospettiva di ripartenza che tutti auspichiamo o se dovremo percorrere altre strade».
Al tavolo hanno partecipato anche l’assessore al Lavoro Augusto Sartori, con le rappresentanze dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia. Presenti i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Liguria, segretari generali di Fiom, Fim e Uilm Genova e Liguria, coordinatori rsu Fiom, Fim, Uilm e Usb dello stabilimento Acciaierie d’Italia di Cornigliano.
La Fiom Genova commenta in una nota: “In fabbrica si registra un totale immobilismo sul piano degli investimenti e della produzione. Ad aumentare è solo la cassa integrazione che non è più sopportabile e genera, come segnalato ad Asl e Prefettura, rischi elevati per la sicurezza. Ormai dal 2020 si è in questa situazione: servono capitali e serve investire in sicurezza. La Società deve aggiustare le gru, rendere agibili e sicure le linee di produzione e acquistare materie prime. Salute e sicurezza per i lavoratori sono a rischio e senza una inversione di tendenza netta l’acciaieria è destinata a chiudere. Il fallimento industriale e politico di questa situazione non può essere pagato dai lavoratori. Né il governo né la Mittal danno certezze e indicazioni chiare su cosa si vuole fare della siderurgia in Italia.
Per la Fiom la siderurgia è centrale, ma se non c’è volontà politica e industriale in questo senso, e se Genova tra un anno sarà ancora in questa condizione, si dovrà riparlare dell’Accordo di Programma e dell’utilizzo delle aree, ipotesi che non può prescindere dalla continuità di reddito e occupazionale dei lavoratori ex Ilva Genova”.
«Nel frattempo – aggiunge Toti – dal governo mi è stato assicurato che l’intenzione è quella di proseguire con il piano industriale già tracciato e di utilizzare ulteriori fondi, quelli legati a REPowerEu e al Pnrr, per portare avanti gli investimenti strategici, dalla decarbonizzazione alla transizione verso l’elettrico, e che sono in corso riunioni tra il ministero dello Sviluppo Economico e il gruppo Mittal per chiarire quali sono le determinazioni dell’azienda per arrivare al definitivo assetto del comparto. Come Regione e Comune chiederemo un nuovo incontro per capire i tempi e i modi di questo percorso e se, alla luce delle rimodulazioni degli investimenti, il piano industriale sia da ritenersi ancora attuale».
Il segretario generale della Cisl Liguria Luca Maestripieri e il segretario generale della Fim Cisl Liguria Christian Venzano commentano: «Per la Cisl e la Fim è vergognoso e folle tenere la siderurgia, uno dei settori più strategici di un paese che vuole fare industria in queste condizioni, senza pezzi per fare le manutenzioni ordinarie, totalmente assenti le manutenzioni straordinarie nonostante le fermate estive degli impianti e nessun investimento è stato fatto, dove giorno dopo giorno si mette a rischio la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Abbiamo spiegato che c’è la necessità di chiedere con forza risposte concrete dal governo sul futuro della siderurgia, parlando di piano industriale e reale gestione dell’azienda. Rivedere tra un anno l’accordo di programma? Bisognerà vedere le risposte del governo, perché tra un anno può essere tardi, ma una cosa è certa, noi vogliamo garanzie occupazionali e di reddito dei lavoratori attualmente occupati in Acciaierie d’Italia e in Ilva in amministrazione straordinaria».