La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità Angelo Gratarola, ha approvato lo schema di accordo tra la Regione Liguria e la Regione Emilia-Romagna per la gestione della mobilità sanitaria interregionale (anni 2022-2024). Alla stesura congiunta si è arrivati sulla base dello schema tipo di accordo approvato dalla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni.
«La logica che porta a queste intese è il contenimento delle cosiddette ‘fughe dei pazienti’ – sottolinea l’assessore alla Gratarola – Accordi come questo sono caldeggiati dal Governo per evitare fenomeni distorsivi che siano indotti da differenze di tariffa e differenti gradi di indicazione di appropriatezza, nel solco della richiesta di favorire la collaborazione tra regione per le attività nelle zone di confine arriva questo accordo. La Liguria è una delle poche regioni ad aver stipulato documenti di questo tipo con due regioni confinanti: nei mesi scorsi la Toscana e ora l’Emilia Romagna. È un accordo biunivoco per alcuni tipi di prestazione come risonanze magnetiche, tac, attività specialistica ambulatoriale e alcune attività di ricovero: superato un certo tetto il riconoscimento della tariffa è abbattuto del 50%».
Nell’ambito di questi accordi ciascuna Regione garantisce un accurato monitoraggio della qualità e della appropriatezza delle prestazioni erogate. Le Regioni concordano di applicare strumenti per l’appropriatezza dell’accesso alla specialistica ambulatoriale.
«La mobilità passiva non va considerata sempre un fenomeno negativo – aggiunge Angelo Gratarola – talvolta è dovuta a circostanze fisiologiche considerato il fatto che la distanza tra la propria abitazione di confine e l’ospedale della regione più vicina è inferiore rispetto all’ospedale della proprio territorio regionale. Noi crediamo molto nel governare questo tipo di flussi. Siamo di fronte a un meccanismo di controllo per prevenire comportamenti opportunistici di soggetti del sistema: così si uniformano comportamenti pur considerando la liceità di potersi spostare tra le regioni per farsi curare. E in questo senso nelle prossime settimane stipuleremo un accordo analogo anche con il Piemonte».
«Dopo la Toscana la Regione Liguria fa un accordo anche con L’Emilia Romagna per arginare i costi delle fughe sanitarie. Viene annunciato come se si fosse raggiunto un risultato straordinario dal punto di vista delle politiche sanitarie ma invece è meramente un’operazione finanziaria. Ma davvero la Giunta Toti pensa di risolvere le fughe dei pazienti in altre Regioni con meri accordi commerciali? In questo modo ci sarà solo un risparmio economico da parte della Regione, che, colpevolmente, questa Giunta non utilizzerà per mettere in campo azioni per ridurre le liste d’attesa e, conseguentemente, fermare le fughe». Così il segretario del Partito democratico ligure Davide Natale, commentando il nuovo accordo tra Regione Liguria ed Emilia Romagna.
«Servirebbe invece un Piano basato sull’assunzione di personale, investimenti in strutture, attrezzature all’avanguardia e modifica dell’organizzazione del lavoro − dice il segretario ligure del Pd −. Quello che queste operazioni purtroppo non prevedono. Avere 52 milioni di euro di fughe e non programmare un piano per rilanciare la sanità pubblica non cambierà lo status quo. Anzi, comporterà un impoverimento della sanità ligure, sulla quale la Regione ormai non investe da anni, ma va al risparmio e si dimentica di chi è più in difficoltà. Se c’è un cittadino che non riesce a curarsi nella propria Asl e deve andare in un’altra regione, ma non vive in un contesto sociale e familiare per poterlo fare, è un cittadino che non si curerà. Questo conferma che si sta facendo il contrario di quello che servirebbe».