Nel 2021 la ricerca e sviluppo in Italia ha segnato una ripresa e la spesa della Liguria è aumentata dell’11,3%, quasi il triplo della media nazionale. È quanto emerge dal report dell’Istat secondo cui imprese, istituzioni pubbliche e private, non profit e università italiane hanno speso complessivamente 26 miliardi di euro, il 3,8% in più rispetto al 2020.
A crescere maggiormente a livello nazionale è stata la spesa in ricerca e sviluppo delle istituzioni pubbliche (+9,7%) e delle Università (+7,9%). Costante l’incremento nelle istituzioni private non profit (+1,9%), mentre le imprese hanno superato solo in parte la crisi pandemica: la spesa che hanno complessivamente sostenuto aumenta appena dell’1,1%. La buona capacità di recupero è da attribuire alla grande impresa (+3,8%), mentre è in marcata flessione la spesa delle pmi (-4,5%).
L’aumento così contenuto dipende sostanzialmente dal minor numero di imprese che hanno complessivamente svolto attività di R&S nel corso del 2021 (14.172 unità contro le circa 15.718 del 2020), mentre aumenta la spesa sostenuta dalle imprese già attive in R&S nel 2020 (+5,9%).
Tuttavia, per il 2022 i dati preliminari indicano una riduzione della spesa in ricerca e sviluppo da parte delle imprese del 2,9%. È invece stimata una ripresa per il 2023 in grado di riportare i valori di spesa a livelli superiori al 2021: secondo le previsioni la spesa delle imprese aumenterà raggiungendo il valore di circa 16 miliardi di euro (+5,2% rispetto al 2022).
A livello territoriale la spesa in R&S resta fortemente concentrata, i due terzi della spesa totale infatti (oltre 17 miliardi di euro), sono effettuati da sole cinque regioni: Lombardia (20,0%), Lazio (15,2%), Emilia-Romagna (13,5%), Piemonte (10,9%) e Veneto (8,0%). Altre due regioni sostengono una spesa superiore al miliardo di euro: la Toscana, con una quota regionale del 7,0% della spesa totale, e la Campania (5,7%). Tutte le altre regioni contribuiscono complessivamente con una quota di poco inferiore al 20%.
Le migliori performance sono registrate in Abruzzo (+19,7%), Liguria (+11,3%), Puglia (+10,6), Emilia-Romagna (+9,8).
Con riferimento alla composizione della spesa per tipologia di soggetto esecutore, si confermano grandi differenze territoriali tra un Nord, caratterizzato dalla prevalenza della spesa privata che rappresenta almeno i tre quarti del totale regionale in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Provincia Autonoma di Bolzano, e un Sud in cui la spesa in R&S è sostenuta prevalentemente dal settore pubblico e dalle Università. Infine, le regioni del Centro hanno una composizione della spesa più equilibrata.
In termini di incidenza della spesa per R&S sul Pil, buone performance sono registrate in Emilia Romagna (2,15%), Piemonte (2,08%) e Lazio (2,00%).