«Stiamo lavorando alla creazione di laboratori ESG sul territorio nazionale, punti di incontro con l’impresa per diffondere anche le misure che esistono su scala europea per favorire investimenti sostenibili, noi li chiamiamo laboratori ESG proprio perché sono un punto di incontro fisico e virtuale tra noi e gli imprenditori». Lo ha dichiarato a Liguria Business Journal Andrea Perusin, direttore regionale Piemonte Sud e Liguria Intesa Sanpaolo, in occasione del convegno “I Giovani commercialisti futuri protagonisti della sostenibilità” organizzato a Genova dall’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
«È chiaro – ha spiegato Perusin – che la transizione sostenibile è una sfida per l’imprenditore, una sfida per il sistema economico in generale. Una sfida fatta di competenza e di finanza. Si superano i confini dell’etica per arrivare ad avere un modello di economia che non è solo trasformativo ma è proprio un’economia nuova. Gli imprenditori dovranno fare scelte di investimento accurate rispetto agli obiettivi di sostenibilità per essere competitivi. L’alternativa è uscire dal mercato. Intesa Sanpaolo, che è il primo player nazionale e uno dei primi in Europa, sta lavorando sulle competenze di impresa, con una continua diffusione di idee, conoscenze, valutazioni con l’imprenditore».
Lo score ESG entra nella valutazione di credito?
«Sì, perché nel momento in cui la banca deve valutare l’impresa ne valuta la prospettiva futura e nella prospettiva futura ci sono le scelte verso la transizione sostenibile. Di conseguenza sarà sempre più invasiva e pervasiva la valutazione di carattere ESG sull’impresa».
Intesa Sanpaolo ha un programma per la transizione delle imprese.
«Destiniamo ovviamente finanza per la transizione sostenibile attraverso una serie di plafond. Per quanto riguarda la transizione energetica abbiamo destinato 76 miliardi alle imprese anche oltre il concetto della transizione per finalità esclusivamente legate alla mitigazione degli effetti sul clima ma pure per valorizzare, per enfatizzare la necessità dell’indipendenza energetica delle imprese come chiave di competitività. A giugno del ’23 nel rapporto ’21-’23 avevamo già erogato 38 miliardi. Indipendenza energetica vuol dire energia sostenibile, energia rinnovabile, vuol dire dedicare risorse al conto economico dell’impresa in chiave prospettica».
«Credo – ha concluso Perusin – che un evento come quello di oggi sia particolarmente importante nella chiave di sviluppo dell’impresa perché il primo interlocutore è il commercialista. Io personalmente ho sempre visto che il commercialista è considerato quasi come una persona di famiglia, quindi la banca può accompagnarsi ai commercialisti e agli imprenditori ed effettivamente guardare a una sviluppo economico in cui l’Italia può posizionarsi sempre meglio per avere un ruolo nell’economia futura che sia di spessore per un tessuto produttivo di qualità come quello italiano».