Quasi 230 millimetri in 24 ore sono caduti su Genova. Lo sottolineano i vertici di Regione Liguria e Comune di Genova nel punto stampa sull’allerta meteo arancione di queste ore in Liguria (dalle 15 subentra l’allerta gialla). La situazione più difficile è però a Ronco Scrivia a causa di un guado parzialmente distrutto dalla piena dello Scrivia (Autostrade per l’Italia ha garantito un bypass).
Barbara Turato di Arpal spiega: «Dalle otto di ieri mattina alle otto di oggi sulla Liguria sono caduti 6300 fulmini, di cui 1500 sullo spezzino oggi. C’è almeno una buona notizia: la mareggiata prevista sarà meno profonda rispetto ai disegni originali e quindi l’altezza d’onda sarà inferiore». Le previsioni parlano di un ingresso dei venti con Maestrale a livello burrasca nel corso della serata.
L’assessore alla Protezione Civile della Regione Liguria Giacomo Giampedrone si complimenta per il lavoro di squadra di professionisti e volontari e assicura che la situazione a Ronco sarà risolta in fretta. «L’area non risulta comunque isolata. Ieri abbiamo detto di non abbassare la guardia e il messaggio è passato in modo determinante: se quello che è caduto sul territorio nella notte fosse caduto di giorno, sarebbe stato peggio. Come primo impatto in vista dell’autunno, possiamo dire che c’è stata un’ottima risposta da parte del territorio. Comunque, ancora attenzione perché può piovere sul piovuto».
Il presidente della Regione Giovanni Toti dichiara: «Faremo una stima dei danni più dettagliata, ma da una prima ricognizione non sono arrivate segnalazioni particolari. Ci sono stati svariati allegamenti di sottopassi, cantine, alberi sradicati, alcuni blackout. Un bilancio dei danni molto lieve e, ancora una volta, la soddisfazione di non avere feriti: abbiamo visto una città che ha reagito con grande responsabilità, poche macchine in giro, pochi passanti».
«Quasi 230 mm sono una cosa enorme − dice il sindaco di Genova Marco Bucci − abbiamo ricevuto 400 telefonate al numero verde, che hanno dato vita a 130 interventi, di cui 108 già risolti. I sottopassi sono stati tutti riaperti e dopo le frane sono state riaperte in parte via Negrotto Cambiaso e via Crocetta di Apparizione, mentre via Carso è chiusa per un intervento. Un plauso ai cittadini che si sono comportati bene, ma su due incidenti occorre chiarezza».
Il sindaco si riferisce a un’auto bloccata nel sottopasso di Brin, con le persone sistemate sul tetto e salvate dai vigili del fuoco: «Quell’auto lì non doveva esserci, c’è un semaforo che dovrebbe lampeggiare e vietare l’accesso al sottopasso, in caso di allagamento. Dobbiamo capire che cosa è successo: se non ha funzionato, il semaforo va riparato subito, oppure se l’auto ha provato ad attraversare il sottopasso pur non potendolo fare».
L’altro salvataggio è stato di una persona su un montacarichi che si stava allagando perché era sotto il livello stradale: «Stiamo pensando di mettere nelle raccomandazioni alla cittadinanza quella di non usare gli ascensori, soprattutto quelli che vanno sotto il livello stradale, quando ci sono queste situazione di potenziale grave pericolo. Bisogna risolvere questi problemi perché non è possibile che la città corra questi rischi».
Per quanto riguarda i danni agli esercizi commerciali di alcune vie genovesi come a Macelli di Soziglia o a San Fruttuoso il sindaco commenta: «I rii sono in sicurezza e alcuni tombini sono stati tappati apposta dai negozianti per evitare odori o fuoriuscita dei topi. Dobbiamo prevedere probabilmente difese più estese per chi si affaccia sulla strada, chi ha messo paratie ha avuto danni minori. Per quanto riguarda i magazzini bisogna cercare di mettere una barriera o l’acqua ci andrà sempre perché non si può canalizzare».
Per gli scolmatori dei rii Rovare e Noce a San Fruttuoso risponde Giampedrone: «Sono stati investiti 26 milioni, abbiamo ultimato i progetti esecutivi, i lavori sono già in consegna – ha ricordato l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone – questi rii entreranno nella galleria scolmatrice del Fereggiano. Sono fondi strutturali, qualcuno li aveva confusi col Pnrr».