Rivieracqua chiede lo spegnimento del dissalatore noleggiato dal Comune di Andora e impedisce l’ingresso dei tecnici comunali nella centrale di pompaggio del Chiappone dove è istallato l’impianto. Con un blitz anticipato da due lettere, in cui Rivieracqua ordina lo spegnimento del dissalatore e ribadisce il divieto di accesso al Comune negli impianti della rete idrica, il gestore ha posto un lucchetto sulla porta d’ingresso della centrale di pompaggio. È quanto si legge in una nota del Comune di Andora.
Secondo quanto riferisce il Comune, il dirigente dell’area Tecnica, Paolo Ghione, ieri pomeriggio ha trovato sbarrata la porta: situazione che non gli permette di avviare il dissalatore. Le chiavi dei due moduli sono infatti dentro la centrale. Con una ulteriore nota Rivieracqua ha richiesto che tutte le comunicazioni del Comune dovranno essere inviate alla struttura sub-commissariale dell’Ambito Imperiese titolata ai rapporti con i Comuni. Rivieracqua si definisce un “mero organo tecnico gestionale” e invita il Comune a formulare le proprie richieste, segnalazioni sui disservizi e comunicazioni direttamente all’Ato Imperiese.
“Rivieracqua – precisa il sindaco Mauro Demichelis – ha sempre contrastato il dissalatore noleggiato dal Comune, pur dovendolo gestire. Queste comunicazioni evidenziano soprattutto che Rivieracqua non vuole essere controllata. Dentro la centrale di pompaggio ci sono i monitor del telecontrollo dei pozzi attraverso i quali gli uffici comunali possono verificare come Rivieracqua distribuisce l’acqua dei pozzi di acqua dolce, quelli contaminati dal cuneo salino e quella prodotta dal dissalatore. Visionando i dati delle vasche sul telecontrollo il Comune ha fatto numerose contestazioni. Naturalmente abbiamo già inviato note ufficiali e ribadito il nostro pieno diritto ad effettuare ispezioni negli impianti gestiti da Rivieracqua. È vero che non possiamo fare interventi tecnici sulla rete, ma il Comune ha diritto di controllo. Ricordiamo che i tecnici comunali, che ringrazio per l’impegno profuso, oltre ad avere competenza professionale, hanno operato nel Chiappone esclusivamente per opere connesse al dissalatore, sostituendo tubazioni logore e installando una pompa più potente, perché Rivieracqua non ha ottemperato alle ordinanze sindacali n. 13 e 22. Il Comune ha dovuto sostituirsi per fare tutto ciò che era necessario, a norma di legge, per fornire la migliore acqua ai cittadini. Occorre riavviare il dissaldatore quanto prima per mantenere la qualità dell’acqua nelle zone dove i valori di salinità sono scesi, ma potrebbero peggiorare. Rivieracqua sembra dimenticare l’attuale ordinanza sindacale che impone l’esclusivo uso dell’acqua a scopi igienico sanitari: è una grave sconfitta in termini di capacità organizzativa per il gestore e comporta disservizi e disagi agli andoresi, ai turisti e alle attività economiche che devono essere attenuati e non peggiorati”.
Intanto il sindaco ha firmato un secondo esposto, dopo quello del luglio scorso, depositato alla Procura della Repubblica, in cui chiede all’autorità giudiziaria di verificare se vi siano fattispecie penalmente rilevanti, fra cui l’interruzione d’un servizio pubblico o di pubblica necessità, nel comportamento di Rivieracqua. Nell’esposto, corredato da una relazione di Paolo Ghione, si segnala che il dissalatore è, in via straordinaria, gestito direttamente dal personale del Comune di Andora e che Rivieracqua spa persiste nel non regolare l’impianto e di fatto impedisce il corretto funzionamento del dissalatore, in violazione dell’ordinanza sindacale n. 22 del 7 luglio 2023. Il dissalatore produce l’unica acqua dolce a servizio di Andora e la qualità dell’acqua erogata potrebbe peggiorare.
(Nella foto da sinistra l’architetto Paolo Ghione e il sindaco Mauro Demichelis)