Una porta d’ingresso in Italia di progetti innovativi, competenze, cultura provenienti dal mercato mondiale, tanto più preziosi in questa fase in cui la transizione in fatto di energia e sostenibilità deve essere sempre più veloce: questo è il ruolo strategico di AFRY nel nostro paese.
AFRY è nata nel 2019 dalla fusione di due delle più grandi aziende di consulenza nordiche, la svedese ÅF e la finlandese Pöyry. Ed è tra i leader in Europa e nel mondo per servizi di progettazione, ingegneria e consulenza, principalmente nei settori delle infrastrutture, dell’industria e dell’energia, con oltre 50 sedi a livello globale e un’attività in più di 100 paesi.
In Italia il gruppo, articolato in AFRY Italy, che ha sede a Genova e si occupa soprattutto di energia, e AFRY Management Consulting, di Milano, attiva nelle attività e nei servizi legati alle infrastrutture di trasporto (ponti, gallerie, strade), l’anno scorso ha fatturato 11 milioni di euro e punta a crescere. E se gli specialisti italiani, con le loro competenze, sono un polo di riferimento nel gruppo, a loro volta possono disporre di una rete globale di esperienze formata da innumerevoli contributi locali. Ce ne parla Alessio Giuffra, ad di AFRY Italy e country manager in Italia. A Milano in AFRY Management Consulting c’è un altro ad, Antonio Nodari, il responsabile del business in Italia è Antonio Michelon.
Da quando siete in Liguria?
«Dal 1998 come società di consulenza/ingegneria nel settore dell’energia, inizialmente come Spe Servizi per l’energia srl, poi acquistata dal gruppo Pöyry a fine 2005. Al momento AFRY Italy, che ha sede a Genova, si occupa principalmente di energy. La società era nata da un’iniziativa imprenditoriale di ex dipendenti di Ansaldo ed Ilva che si erano messi a fare consulenza, adesso le risorse sono cambiate e la media è sui 35-40 anni, con senior manager che hanno fatto esperienze in altri paesi».
Come si articola il gruppo in Italia?
«In Italia per le attività di consulenza direzionale e gestionale, il gruppo è presente con una società dedicata, AFRY Management Consulting srl con sede a Milano. Le attività di ingegneria fanno riferimento ad AFRY Italy srl., a Genova. Il settore dell’energia, dell’industria e tutte le attività e i servizi legati alle infrastrutture di trasporto (ponti, gallerie, strade) è coordinato dall’ufficio di Genova, mentre le attività di consulenza direzionale e gestionale sono effettuate dalla sede di Milano con una trentina di persone. A Bologna il gruppo ha deciso di aprire un dipartimento dell’automotive con dei piani importanti, si conta di arrivare nel giro di un anno e mezzo a 15-20 persone. Siamo nella zona Maserati-Ferrari-Lamborghini. Il gruppo AFRY potrebbe arrivare nel giro di un paio di anni a un organico di 70 persone in Italia».
E a Genova?
«A Genova lavorano circa venti persone con un know how che viene da lontano, siamo concentrati soprattutto nell’energia e i progetti riguardano sia l’Italia sia l’estero. Ci sono stati periodi in cui la proporzione era 70% estero-30% Italia. Inizialmente, quando siamo nati, il fatturato era quasi 100% su commesse Italiane. Qui a Genova abbiamo tanta esperienza nelle rinnovabili. Sul fotovoltaico abbiamo iniziato nel 2009, il wind è venuto dopo, abbiamo un team misto per seguire progetti internazionali. Recentemente Eni Plenitude ha acquisito una società che si chiama Plt, qualcosa come 1000 megawatt nel rinnovabile e noi abbiamo fatto la due diligence per conto dell’Eni. Siamo consulenti tecnici. Seguiamo centrali con diverse tecnologie, termoelettriche, a biomassa, biogas, solare, fotovoltaico. Si è consolidata la nostra presenza in Italia, c’è stato un up and down del mercato italiano, siamo andati all’estero dove abbiamo fortissime relazioni, partecipiamo al solare, al wind e al termico come consulenti. Per cinque anni abbiamo aperto una branch in Uruguay come Pöyry Energy e abbiamo seguito un progetto, dall’anno scorso lavoriamo ad un progetto in Azerbaijian dove abbiamo aperto una branch di AFRY Italy per la supervisione della modernizzazione di una centrale di cui Ansaldo fornisce turbine a gas. Abbiamo fatto tanti anni presenza in Sud Africa e Israele da remoto. Siamo una società di consulenza che non ha un perimetro prettamente italiano. Giriamo il mondo»
Come vi dividete il lavoro?
«AFRY ha uffici in una cinquantina di paesi, e progetti eseguiti in più di 150 paesi. Per seguire un progetto in un certo paese c’è una linea di coordinamento a livello di management che decide il gruppo di lavoro. Nei paesi dove non c’è un’entità legale agiamo sulla base delle opportunità e dei carichi di lavoro. Capita anche di seguire investitori italiani in diverse parti del mondo. Sto parlando del settore energia ma AFRY nel mondo è molto di più, nelle cartiere è il primo consulente nel mondo. In Italia abbiamo un progetto grande in esecuzione»
Nel settore della sostenibilità potete mettere a frutto le esperienze maturate dal gruppo in progetti d’avanguardia?
«Sì, per esempio stiamo cercando di portare la cultura del mare in Italia, un tema molto nordico quello della sostenibilità legato al mare, ai prodotti che vengono dal mare. Si tratta di favorire la crescita dei pesci in un ambiente sostenibile, evitare sprechi nella filiera produttiva, e ridurre i trasporti integrando la filiera in un unico sito. Abbiamo partecipato a progetti internazionali di allevamenti di salmoni in cui è stata creata una filiera corta. Si fanno arrivare le uova certificate e poi tutto avviene all’interno di un unico sito, dove si trovano le vasche di allevamento, l’impianto di trasformazione, di affumicatura e di impacchettamento. Anche gli scarti del pesce sono riutilizzati, vengono messi in un impianto di smaltimento per produrre energia, da biogas, e rimessi quindi in circolo. Abbiamo tentato di promuovere questo servizio in Liguria, queste produzioni si possono fare sia a terra, utilizzando siti abbandonati, creando stabilimenti di crescita per esempio del salmone, ma anche in acqua. Ci sono progetti di produzione in mare migliori che in passato. Abbiamo anche la struttura Food & Farma che si occupa di queste cose, è seguita da un italiano responsabile per il Sud Europa e basato in Svizzera. In Italia cerchiamo di sviluppare l’acquacoltura in mare organizzata differentemente dal passato, non con le reti. I nostri colleghi svedesi hanno anche studiato e sviluppato una società che ha prodotto i cosiddetti fish vegan burger. La mia idea è importare in Italia le esperienze del gruppo. In Italia possiamo recuperare esperienze di paesi che sono più avanti di noi in fatto di sostenibilità. Questo tipo di informazioni se servissero a qualcuno per investire in Italia noi le potremmo ottenere in qualche ora, telefonando al nostro collega svedese esperto delle relative tematiche. E poi se vengono realizzati i progetti noi come Italia siamo qua, per tutta la parte di ingegneria siamo pronti, l’expertise viene importata. A mio avviso la nostra presenza in Italia dà valore aggiunto. Per l’automotive è uguale. Perché l’expertise svedese verrà utilizzata per progetti in Italia. Nel gruppo abbiamo esperienze in tanti campi, nei dissalatori per esempio abbiamo fatto tantissima esperienza nel Medio Oriente».