È stata pubblicata nell’albo pretorio del Comune di Genova la delibera di giunta del 1° giugno avente per oggetto l’approvazione del programma degli interventi per la sicurezza stradale.
Il gruppo tecnico di Fiab Genova ne ha potuto così esaminare i dettagli. Innanzitutto sono stati riportati su mappa gli interventi suddividendoli con diverse icone tra i nuovi semafori, il potenziamento degli attraversamenti esistenti e i nuovi attraversamenti e/o altri interventi sui marciapiedi.
La mappa è consultabile da tutti a questo link.
Cliccando sulle singole icone si apre una finestra dove è scritto l’intervento previsto e gli investimenti di pedoni avvenuti dal 2013 al 2021. Quest’ultimo dato è stato ricavato dal Geoportale regionale degli incidenti stradali e può avere un margine d’errore in quanto la georeferenziazione non è mai precisa tuttavia si può già avere un’indicazione attendibile del fenomeno.
«Esaminati i dati possiamo affermare che si interviene in gran parte laddove vi era bisogno di fare qualcosa per la sicurezza stradale − ha dichiarato Romolo Solari presidente di Fiab Genova −. I casi dubbi si riducono a circa un 5% e potrebbero essere giustificati da eventi successivi al 2021 non desumibili dal Geoportale regionale ma sicuramente noti al Comune. Certo che se si guarda la mappa degli investimenti di pedoni a Genova c’è solo l’imbarazzo della scelta su dove intervenire prioritariamente. Vediamo però che zone dove negli anni c’è stata grossa mattanza di pedoni quali ad esempio via Fereggiano all’altezza di piazza Galileo Ferraris o via Assarotti sono ricomprese negli interventi».
Ma quali sono le tipologie di intervento che verranno effettuati? Fiab ne ha esaminato i dettagli e ha determinato che l’efficacia degli interventi dipenderà dalle condizioni di realizzazione.
Di seguito i risultati dell’analisi del gruppo tecnico Fiab:
Nuove semaforizzazioni di attraversamenti pedonali
Questo è sicuramente l’intervento più utile per proteggere il pedone e rallentare la velocità dei veicoli a patto però che i tempi di attesa di chi vuole attraversare non siano infiniti. Come ciclisti urbani che utilizzano gli attraversamenti resi ciclopedonali dal tracciamento delle nuove ciclovie ci siamo accorti che alcuni semafori hanno tempi a dir poco scandalosi. Due per tutti: incrocio via Dondero/via Pacinotti e quello a metà di via Cadorna. Qui vediamo sempre molte persone attraversare con il rosso perché non diventa mai verde e pigiare sul bottone di chiamata non sortisce alcun effetto.
Realizzazione di nuovi attraversamenti pedonali o potenziamento di attraversamenti pedonali esistenti
Guardando i singoli interventi anche quando si parla di potenziamento nel maggior numero dei casi c’è un allargamento o costruzione di nuovo marciapiede. C’è solo qualche limitato caso in cui non si capisce che intervento verrà effettuato. Certo che se in questi casi residuali ci si limitasse solo a mettere due lucine non andrebbe affatto bene. D’accordo illuminare gli attraversamenti ma gli investimenti avvengono anche di giorno.
Realizzazione di tratti di marciapiede proteso
Sicuramente un intervento valido perché garantisce l’accorciamento della distanza di attraversamento pedonale da percorrere e l’abbattimento delle barriere architettoniche ma è necessario che abbia un adeguato franco verso il lato da cui arriva il traffico, ovvero che sia molto più largo delle strisce pedonali perché auto parcheggiate nei suoi pressi o cassonetti dell’immondizia limiterebbero comunque la visuale del pedone e dell’automobilista che sopraggiunge. Lo spazio libero sul marciapiede proteso potrebbe essere utilizzato con elementi di arredo urbano quali fioriere, panchine o cicloposteggi che eviterebbero anche a qualche menefreghista di parcheggiarci lo scooter sopra.”
Per quanto riguarda gli attraversamenti rialzati promessi dall’assessore Campora, spiega il presidente Solari: «Non rientrano in questo finanziamento ma l’assessore ha detto che ne arriveranno tre in via sperimentale. Un po’ pochini per Fiab considerato che in molte altre città se ne trovano ovunque. Aspettiamo di vedere dove verranno installati prima di dare un giudizio ma una cosa è certa, gli interventi fin qui deliberati se si escludono i semafori non limitano la velocità dei veicoli che sappiamo essere una delle prime cause d’incidente. La strada da fare per ridurre del 50% il numero di incidenti e vittime entro il 2030 è ancora lunga, ci vuole più coraggio», conclude Solari.