Carlo Cottarelli lo ricorderemo sempre mentre entra al Quirinale con un zainetto e un trolley. Era il 28 maggio 2018, e andava a ricevere dal presidente della Repubblica l’incarico di formare un governo “neutrale”, poiché non si trovava una soluzione politica. Quattro giorni dopo, trovata la soluzione politica, Cottarelli rinunciò all’incarico per lasciare il posto a un governo guidato da Conte, Salvini e Di Maio. La differenza di caratura e di spessore culturale tra il “tecnico” e i suoi successori politici, regolarmente eletti dal popolo sovrano, mostra la fragilità della democrazia italiana e della democrazia in genere.
Di politica il libro di Cottarelli, che oggi segnaliamo, “Chimere. Sogni e fallimenti dell’economia” (Feltrinelli) tratta solo indirettamente. Come spiega il titolo, prende in esame sette grandi sogni di studiosi dell’economia, immaginati e realizzati, per migliorare il mondo, e ne valuta i risultati. Criptovalute, liberalizzazione della finanza, indipendenza delle banche centrali, tecnologia soprattutto digitale, globalizzazione, flat tax, vincoli ambientali. Sette macrotemi in cui l’economista cerca di valutare pro e contro di ogni teoria. Di ogni sogno. Qualcuno si è rivelato un incubo, su qualcun altro Cottarelli sospende il giudizio.
“Resta allora – si legge nella conclusione – il sogno ultimo, quello di una crescita felice senza fine ma in equilibrio con il pianeta in cui viviamo. Questo è il sogno per cui temo maggiormente che ci attenda un brusco risveglio se non cambiamo presto rotta. Stiamo sognando troppo a lungo e, nel mentre, non facciamo quello che sarebbe necessario per rendere il sogno di una crescita sostenibile una realtà. C’è ancora tempo, è vero, ma è soprattutto in questo campo che dobbiamo renderci conto che sognare non è abbastanza”.