Stop alle ferie e aumento improvviso della cassa integrazione. I lavoratori di Acciaierie d’Italia sono tornati in piazza, stamattina, a Genova: breve assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento di Cornigliano e, poi, tutti in corteo per le vie del quartiere, dietro l’ormai iconico striscione “Che l’inse”, tra fumogeni e bandiere di Fiom, Fim, Uilm e Usb.
«Vogliamo dare un segnale − spiega il coordinatore della rsu per la Fiom, Armando Palombo, intervistato dall’Agenzia Dire − la trattativa tra Stato e ArcelorMittal è incagliata: leggiamo tante cose, ma non registriamo nessun cambiamento. Il ministro Urso dice che ha messo in campo tutti gli strumenti giuridici per salvare questa industria, considerata strategica. Ma dice anche che Mittal deve dare un segno ed è arrivato il momento delle scelte. Per noi, il tempo delle scelte è registrare che gli impianti non vanno, mancano i ricambi. In più, dalla scorsa settimana, sono state sospese le ferie e c’è stata un’impennata della cassa integrazione, senza nessun motivo».
Dopo circa un’ora di blocco di via Cornigliano, i lavoratori sono rientrati in fabbrica sotto la direzione per una riunione con i vertici dello stabilimento genovese.
Il segretario generale Fim Cisl Liguria Christian Venzano: «Ad oggi non sappiamo come vengono impiegati gli ulteriori soldi messi dal Governo mentre la situazione negli stabilimenti, compreso quello di Genova, è difficilissima: servono investimenti strutturali resi urgenti dalla mancanza che c’è stata in questi anni senza interventi di manutenzione ordinari, straordinari e tutta la parte di potenziamento delle linee e dei reparti. Per noi bisogna andare nella direzione di aumentare la produzione dichiarata dall’azienda in 4 milioni di tonnellate per il 2023 e 5 milioni di tonnellate nel 2024 e migliorare la qualità dei prodotti, migliorando la sicurezza e l’ambiente ed essere così in grado di aggredire il mercato nazionale e internazionale, che ha conosciuto recentemente picchi altissimi di richiesta».
Secondo Venzano «L’ industria siderurgica va anche trattata nell’ambito strategico della difesa. Ma ad oggi niente è cambiato e non c’è stato ancora l’incontro con il governo per la presentazione del piano industriale ed il dettaglio degli investimenti, ma soprattutto non abbiamo evidenza di quando il governo vada a maggioranza e questo preoccupa più di tutto perché la gestione aziendale e le relazioni sindacali sono vicine allo zero e questo fa male ai lavoratori e al lavoro. La manifestazione di oggi a Genova evidenzia l’ennesima situazione dove non è stato rispettato un accordo dall’azienda e questa volta è quello della Cassa recentemente firmata, dove registriamo l’ennesima provocazione dell’azienda che vorrebbe annullare le ferie estive delle lavoratrici e dei lavoratori tramutandole in Cigs e non possono neanche nascondersi dietro alla scusa che non è stata firmata, vogliamo il rispetto dell’accordo e il mantenimento delle ferie estive programmate dai dipendenti per questo vogliamo un incontro con l’azienda. Non possiamo andare avanti così, bisogna che il Governo metta fine a questa gestione ed inizi ad entrare in campo in maniera seria ed attiva, rilanciando la siderurgia nel nostro paese con un socio serio e che non può essere questo».