Lo scorso venerdì è stato notificato a Regione Liguria e nei confronti del Comune di Genova il ricorso contro il provvedimento di non assoggettamento alla via – valutazione di impatto ambientale del progetto della funivia tra la Stazione Marittima e Forte Begato, presentato da Legambiente con il supporto del gruppo di cittadini Con i Piedi per Terra.
Secondo i legali dell’Associazione, il progetto sarebbe infatti dovuto passare al vaglio di una valutazione di impatto ambientale vera e propria per verificare in modo puntuale tutte le conseguenze che la costruzione di un impianto di tale portata può avere sull’ambiente e sulla salute dei cittadini.
Il ricorso contesta in primis le carenze e le lacune della documentazione di progetto presentata dal Comune, in particolare il rapporto preliminare ambientale: dati numerici e cartografici mancanti o palesemente incongruenti, aspetti trattati in modo superficiale o totalmente ignorati come i dati meteo-climatici.
Dal punto di vista tecnico le carenze riscontrate riguardano molteplici aspetti che spaziano dalla tutela dei beni storico-paesaggistici alla salvaguardia dell’ambiente e degli ecosistemi.
Se ne erano già accorti sia Legambiente Polis, che i tecnici del gruppo Con i Piedi per Terra, che a dicembre del 2022 avevano visionato il progetto e raccolto le molteplici perplessità nelle osservazioni presentate durante la fase pubblica di screening, chiedendo a gran voce alla Regione che il progetto venisse sottoposto alla procedura di via vera e propria.
«Ma, mentre la legge stabilisce che tali osservazioni debbano essere prese in considerazione o – se non considerate – se ne esplicitino le ragioni, la Regione ha sempre ignorato le richieste di approfondimento di associazioni e cittadini senza mai fornire alcuna spiegazione di merito − si legge nel comunicato delle associazioni che hanno presentato ricorso −. E mentre il sindaco Bucci annuncia l’apertura dei primi cantieri a luglio, gli abitanti di Lagaccio, San Teodoro, Oregina e Granarolo continuano a opporsi!»
Qualora l’opera venisse realizzata, secondo le associazioni “condannerebbe il Lagaccio, i suoi commercianti e i suoi abitanti, a una “morte” certa: basti pensare che la cantierizzazione, al momento stimata in due anni, prevede la chiusura di via Avezzana per gli scavi e il posizionamento della gru per il primo pilone, isolando di fatto un quartiere, che ha già forti problemi di viabilità”.
«Ma non sarà solo il Lagaccio a pagare le conseguenze dell’eventuale costruzione di quest’opera: tutta la valle (Oregina, San Teodoro e Granarolo) subirà un forte impatto, sociale, economico e ambientale, per un’infrastruttura che sempre di più manifesta la sua inutilità, lo spreco di denaro pubblico e lo sfregio a decina di migliaia di cittadini e alla città intera!», conclude il comunicato stampa di Legambiente Polis e gruppo Con i Piedi per Terra.