I deputati liguri del Partito democratico Andrea Orlando e Valentina Ghio, con la presidente del Gruppo Chiara Braga e i componenti delle commissioni Trasporti e Ambiente, hanno presentato un’interpellanza urgente alla Camera in cui chiedono al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini se la sentenza dal Tar che dichiara illegittima l’assegnazione dell’appalto a Webuild può mettere a rischio la realizzazione dell’opera, se può comportare ingenti richieste di risarcimento e la possibile accusa di danno erariale.
«Il ministro deve chiarire se le ultime contestazioni arrivate dal Tar sull’assegnazione dell’appalto, possano rappresentare un pericolo relativo all’effettiva capacità di realizzazione dell’opera e se c’è un rischio concreto di richieste risarcitorie milionarie a carico dell’AdSP», scrivono i deputati Orlando e Ghio dopo la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso del consorzio Eteria.
«Anche se la disciplina prevista per le opere finanziate con il Pnrr consente di poter proseguire con i lavori – osservano Orlando e Ghio – l’illegittimità dell’atto ha valore ai fini risarcitori che si profilano milionari. Inoltre se venisse evidenziata l’illegittimità della gara scatterebbe anche la possibile accusa di danno erariale a carico dell’AdSP».
«La diga – sottolineano i deputati – è una delle opere più importanti del Pnrr ed è un’infrastruttura strategica e fondamentale per Genova e il suo porto, perché permetterà di ospitare in sicurezza navi di ultima generazione, ma stiamo assistendo a continui errori procedurali che ne ritardano e mettono in discussione il percorso».
Nel comunicato i rappresentanti Pd si domandano come sia stato possibile procedere con la posa della prima pietra senza l’approvazione dei progetti esecutivi e la conclusione delle verifiche del modello geologico-geotecnico propedeutiche all’avvio del cantiere.
«Abbiamo assistito alla posa della prima pietra della diga senza che le procedure propedeutiche per l’avvio del cantiere fossero concluse e pochi giorni prima del clamoroso pronunciamento del Tar. Adesso il ministro, ma anche Autorità Portuale, Regione e Comune devono fornire nelle sedi opportune i chiarimenti necessari sui rischi e le contromisure intraprese per assicurare la realizzazione dell’opera», concludono Orlando e Ghio.