Fino a 25 mila euro per sostenere progetti a favore della natalità e della genitorialità nei territori del genovesato e dell’imperiese: il bando, promosso da Fondazione Carige, è stato presentato oggi al palazzo della Borsa di Genova.
L’obiettivo è rilanciare la natalità e sostenere lo sviluppo economico del territorio invertendo il calo demografico a cui la Liguria sta andando incontro anno dopo anno e, allo stesso tempo, cercare di diventare sempre più attrattiva per i giovani e le famiglie.
Per farlo l’idea è di offrire servizi capaci di alleggerire il carico familiare. Il bando, che verrà messo a punto ascoltando anche le proposte delle associazioni no profit e delle associazioni di categoria interessate e cercando, ove possibile, di recepirle, prevede tre linee di intervento finanziate: servizi complementari alle scuole di infanzia, assistenza psicologica ai genitori e alle famiglie in difficoltà e servizi professionali di assistenza pre e post parto.
Il progetto è stato presentato durante il convegno: “Natalità e sviluppo economico”, organizzato da Fondazione Carige in collaborazione con Comune di Genova e Camera di Commercio di Genova e con il patrocinio di Regione Liguria.
«Il calo delle nascite rappresenta un problema non solo sociale ma anche economico – dice Paolo Momigliano, presidente della Fondazione Carige – Occorre contrastare l’inverno demografico, per questo abbiamo coinvolto le istituzioni locali e la Camera di Commercio nell’organizzazione di questo momento di condivisione di un bando che vuole partire dalle concrete esigenze delle realtà che vivono e operano nel quotidiano, nello spirito di responsabilità sociale e vicinanza al territorio che è un elemento qualificante dell’agire della Fondazione».
«Natalità e sviluppo economico sono interconnessi e dobbiamo lavorare su entrambi i fronti – dice il sindaco di Genova Marco Bucci –. Nel 2021 a Genova risultavano 4 mila posti di lavoro, significa che abbiamo lo sviluppo ma mancano le persone. Ma qualcosa sta succedendo: nel 2021 i bambini nati a Genova sono stati 3.212, nel 2022 un centinaio in più. Può sembrare poco ma è un’inversione di tendenza. Lo stesso emerge dai dati dei residenti. Negli ultimi decenni la perdita di popolazione era di 5-6 mila unità all’anno, ma nel 2021 i residenti a Genova erano 564.900 e nel 2022 erano 564.600, “solo” 300 in meno. Questo significa che il sistema si sta muovendo nella direzione giusta anche grazie all’Agenzia per la famiglia che è servita a riportare il focus sull’importanza dei nuclei familiari».
Lo stesso concetto è ripreso anche dall’assessore all’infanzia e politiche giovanili Regione Liguria Simona Ferro che nel suo intervento ha ribadito l’importanza delle misure a sostegno della famiglia: «È necessario superare questo limite alle nascite per il rilancio del territorio e per farlo è necessario attenzionare il fattore famiglia. Il Governo lo sta facendo e anche noi come Regione stiamo cercando di sostenere le madri e i padri, attraverso iniziative quali il voucher nido e altre misure a sostegno della famiglia, a essere più liberi dai carichi familiari e poter così lavorare a tempo pieno».
Fondamentale non solo rilanciare le nascite nell’immediato, ma anche essere in grado di attrarre giovani che vengano a studiare a Genova e decidano di restarci a vivere e lavorare. «Con l’Università di Genova dobbiamo far passare il messaggio “Voi siete i benvenuti” – dice Bucci – Qui ci sono molte possibilità immediate di lavoro, c’è un’alta qualità di vita, ci sono i servizi e il costo del mantenimento di uno studente universitario a Genova è inferiore del 30-40% rispetto a città come Milano, un aspetto importante per molti genitori che sostengono i figli fuori sede».
«Da tempo alla Camera di Commercio teniamo monitorato l’andamento demografico di Genova con l’evoluzione della demografia delle imprese – commenta il segretario generale Maurizio Caviglia – Da questa analisi emerge un dato sorprendente: se mettiamo in relazione la percentuale di giovani residenti in Liguria rispetto alla popolazione e quella di imprese giovanili rispetto al totale, scopriamo che il nostro scarno drappello di 233.614 giovani under 34 dà vita a ben 11.463 imprese giovanili, la percentuale più altra in Italia. Va da sé che per favorire la creazione di imprese giovanili e femminili sono necessarie buone pratiche e servizi che mettano in condizione madri e padri di conciliare lavoro, cura e figli, come quelli che vengono incentivati dal bando della Fondazione Carige».
Tra le testimonianze della giornata anche quelle di tre giovani genovesi che hanno raccontato le proprie esperienze di difficile conciliazione tra lavoro autonomo e vita familiare: Graziella Marando, ostetrica dell’Ospedale Villa Scassi, Daniele Pallavicini, presidente gruppo giovani Confcommercio Genova e consigliere nazionale Confcommercio giovani, Giorgia Notari, presidente gruppo giovani Cna Genova e componente comitato esecutivo Cna nazionale.