La situazione di Sanac, azienda savonese che produce materiali refrattari per l’industria siderurgica, deve essere inserita e definitivamente risolta in maniera unitaria all’interno nel rinnovo dell’accordo di programma su Acciaierie d’Italia in corso di elaborazione e l’attività dello stabilimento di Vado Ligure deve essere supportato, a livello centrale, con nuovi ordini.
Il presidente Giovanni Toti e la giunta regionale si impegnano a rappresentare al ministero delle Imprese e del Made in ItalyQuesta questa la posizione, sottoscritta ieri all’unanimità dal Consiglio regionale ligure.
«Il savonese, negli ultimi decenni, ha sofferto una pesante de-industrializzazione che ha portato a un progressivo decremento occupazionale e a una perdita di competitività riconosciuta anche a livello nazionale come area di crisi industriale complessa – evidenzia l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti – In questo scenario, la Sanac di Vado Ligure, azienda che produce materiali refrattari e strutturata per lavorare quasi in esclusiva con l’ex Ilva, rappresenta ancora oggi un presidio produttivo importante per la nostra comunità che dobbiamo in ogni modo salvaguardare e inserire all’interno di una filiera nazionale integrata dell’acciaio – continua l’assessore Benveduti – Abbiamo ascoltato in Consiglio regionale, in conferenza dei capigruppo, le preoccupazioni dei delegati sindacali in merito a una vertenza che coinvolge circa 80 lavoratori del territorio. Regione Liguria è al loro fianco nel chiedere un percorso in cui l’ex Ilva e il suo indotto rimangano un valore strategico della cultura operaia e industriale del Paese».
«Regione Liguria si farà portavoce presso il Governo e il ministro Urso in particolare, delle istanze presentate dai sindacati che riteniamo del tutto condivisibili – aggiunge l’assessore regionale al Lavoro e alle politiche occupazionali Augusto Sartori – Faremo tutto ciò che sarà possibile affinché gli 80 dipendenti coinvolti possano mantenere il loro posto di lavoro e che contestualmente l’azienda possa, nel brevissimo termine, avere un futuro di sviluppo».