Edili in piazza a Genova per protestare contro il blocco della cessione dei crediti fiscali.
La manifestazione non è stata organizzata dalle sigle sindacali, ma è nata spontaneamente tra gli imprenditori del comparto.
Due cortei, composti da camion e mezzi da lavoro, sono partiti da Staglieno e da Genova Campi per convergere in centro, a piazza De Ferrari.
Di seguito il contenuto del volantino diffuso dai manifestanti.
«Oggi siamo scesi in piazza come gruppo indipendente di imprese edili, artigiani , fornitori e professionisti del settore, per chiedere lo sbocco dei crediti fiscali e per esprimere disappunto sulle scelte politiche degli ultimi anni; scelte che hanno portato il comparto edile sulla soglia del collasso».
«Il blocco del mercato della cessione dei crediti fiscali ha creato – e sta creando – una vera e propria crisi sistemica nell’economia del territorio: l’impossibilità infatti, di cedere sul mercato i bonus e l’inadempimento dei General contractor, ha determinato una persistente carenza di liquidità nelle imprese edili che, ove non intervenga un repentino “cambio di rotta” determinerà, a brevissimo, il loro fallimento. Fallimento i cui effetti, ovviamente, si ripercuoteranno sui dipendenti e sulle loro famiglie, sui fornitori, sui professionisti coinvolti, sui condomìni e sui condòmini».
«Nell’ambito dell’iter di conversione del provvedimento d’urgenza proponiamo, in sintesi, i seguenti “emendamenti”:
- Attivazione del circuito dell’acquisto diretto dei crediti da parte delle Istituzioni, delle Società partecipate e delle Aziende Statali: infatti la crisi, prossima all’irreversibilità, come sopra descritta impone il coinvolgimento immediato e diretto delle istituzioni, delle società partecipate e delle aziende statali (CDP, RFI, ENEL, ENI, SNAM, Fincantieri, ecc.) sul mercato dei crediti fiscali come soggetti acquirenti.
- Approvare la proposta di utilizzo degli F24 a compensazione dei crediti maturati:
Di procedere al pagamento degli F24 della clientela, sino a concorrenza del 3% dell’importo del singolo F24, con i crediti di imposta acquistati dagli Istituti finanziari se derivanti dagli interventi agevolati con i bonus edilizi (con conseguente, immediato, alleggerimento dei relativi plafond fiscali). - Approvare la proposta di posterogazione della maturazione degli interessi moratori per il mancato pagamento degli F24 da parte delle Imprese edili in situazione di “incaglio”: occorre riconoscere, in via straordinaria e temporanea, la non decorrenza degli interessi moratori quantomeno sino al 31.12.2023 a carico delle Imprese edili che, in ragione dell’incaglio dei crediti, non riescano a pagare, entro le tempistiche di legge, gli F24.
- Approvare la proposta di differimento dei termini per la conclusione degli interventi legati ai bonus edilizi per i cantieri avviati: alla luce del grave rallentamento, e financo della sospensione, dei cantieri come conseguenza dell’incaglio dei crediti e dell’inadempimento dei GC (a loro volta, spesso, vittima della crisi energetica e della crisi della supply chain), occorre differire il termine finale per l’esecuzione delle opere al 31.12.2024. In difetto, si potrebbe generare, a causa del mancato rispetto del termine attuale del 31.12.2023, un’enorme mole di contenziosi, afferenti il mancato o parziale riconoscimento della detrazione del 110%, con conseguenze di enorme portata in danno delle Imprese, incolpevoli, e dei Committenti, altrettanto incolpevoli.
- Approvare la proposta di ripristino delle opzioni “cessione” e “sconto in fattura” sui bonus edilizi ordinari: ripristinare cessione e sconto sui bonus ordinari (eco, sisma ed eco-sisma), consentirebbe al Settore, unitamente alle iniziative legate al PNRR, di non subire una drastica, se non pressoché totale, contrazione dell’attività dopo il dicembre 2023. Gli edili si firmano “Con viva e vibrante angoscia».
Il consigliere regionale del Partito Democratico Pippo Rossetti, che ha partecipato durante il consiglio regionale a nome del Gruppo Pd, in Regione alla manifestazione delle imprese edili, commenta: «Il campo dell’edilizia rischia il fallimento a causa di decisioni affrettate, poco ponderate e prive di alternative da parte del governo Meloni sulla misura del Superbonus. Il blocco del mercato della cessione dei crediti fiscali sta creando una vera e propria crisi sistemica nell’economia edile. Abbiamo provato a coinvolgere la Regione per aiutare le imprese, ma lo stop del governo Meloni anche a questa possibilità ha bloccato tutto sul nascere. Se non cambia la situazione il rischio è il fallimento di migliaia di imprese e la perdita di posti di lavoro. Il governo deve dare delle risposte al più presto, perché il mondo dell’edilizia non si può fermare. Abbiamo presentato un ordine del giorno, che il centro destra in Regione si è rifiutato di firmare, in cui chiediamo di tenere aperto un tavolo di confronto con imprese di costruzione, rappresentanze sindacali e istituti di credito al fine di sollecitare il governo a mettere in campo interventi per evitare le gravi conseguenze sociali ed economiche che rischiano di essere determinate dal problema dell’incaglio dei crediti fiscali, tenendo conto della particolare situazione dei soggetti con minor capienza fiscale. Le imprese edili sono scese in piazza per tutelare il loro diritto al lavoro perché il blocco della misura, solo in Liguria, ha provocato 350 milioni di crediti incagliati a cui a breve si aggiungeranno 450 milioni di crediti maturandi».
Il gruppo Lega in consiglio comunale a Genova scrive in una nota: «La Lega esprime la sua vicinanza alle aziende che hanno visto incagliati i loro crediti legati ai bonus edilizi. L’auspicio è quello che i comuni, possano, in sinergia con le altre istituzioni, mettere in atto azioni che aiutino queste imprese. Una tematica che si sta affrontando anche a livello di governo centrale, che ha competenza in materia. Ci auguriamo che si possa arrivare in tempi rapidi alle più opportune azioni di risoluzione delle criticità che rischiano di schiacciare sotto un macigno tante aziende e imprenditori».