Oggi a partire dalle 10 la Cisl Funzione pubblica Liguria ha organizzato un presidio sotto il Comune di Sestri Levante per sostenere la vertenza contro la Cooperativa Segesta delle lavoratrici che operano presso la rsa Due Palme.
La vicenda si delinea all’interno della complicata realtà che si è venuta a costituire dopo il 2005 con la nascita di Stella Polare spa una società mista pubblico e privato, dove il socio di maggioranza è rappresentato dal Comune di Sestri Levante e uno dei soci di minoranza è il Consorzio Tassano.
Nel 2018 Stella Polare spa affida al socio privato Consorzio Tassano l’organizzazione e la gestione completa dei servizi della rsa Due Palme che a sua volta lo affida alla Cooperativa Segesta.
«Un sistema di scatole cinesi che può far nascere il dubbio di conflitti di interessi − commenta Luigina Piano, rappresentante di Cisl Fp Liguria − e che in ogni modo ha condizionato le trattative sindacali che a oggi sono in una situazione di stallo, vista anche l’emergenza economica che è stata recentemente segnalata dalla Cooperativa Segesta e dal Consorzio Tassano».
«Da tempo la Cisl Fp Liguria − lamenta la rappresentante sindacale − ha segnalato al Comune di Sestri Levante le forti criticità gestionali della Cooperativa Segesta e le irregolarità nell’applicazione del ccnl delle Cooperative sociali, ma oggi a fronte di queste segnalazioni sono state avanzate proposte dai vertici della Cooperativa che ancora una volta ricadono pesantemente sulle lavoratrici, che da tempo subiscono una gestione che ha messo a forte rischio la tenuta dei livelli occupazionali e ha generato un forte debito nei loro confronti. Sono 4.000 le ore di lavoro straordinario fatte in un anno dalle lavoratrici della Cooperativa senza che a oggi siano state retribuite e di fatto imponendo un orario di lavoro instabile e imprevedibile».
«Lunedì chiederemo un incontro con i vertici del Comune di Sestri Levante direttamente coinvolto nella società Stella Polare e chiederemo alla stessa classe politica comunale di fare la loro parte per sbloccare questa situazione. Non vorremmo ci si dimenticasse di chi, nel periodo del Covid-19, era chiamati “eroi” perché garantiva con la propria presenza l’assistenza continua a chi ne aveva bisogno e adesso ci ritroviamo con 50 posti di lavoro a rischio» conclude Piano.