«Le immagini dell’immane tragedia che ha colpito Turchia e Siria, suggerirebbero il silenzio. Ma è proprio in momenti come questi che è invece necessario alzare la voce e denunciare la realtà virtuale nella quale sembrano navigare le istituzioni europee, oggi impegnate nella campagna green per le case e dissociate da qualsiasi fattore di rischio che non rientri nel loro obiettivo del politically correct o del trendy: e la realtà per l’Italia, anche nelle zone a più elevato rischio sismico, è quella della quasi totalità delle abitazioni totalmente esposte al pericolo terremoto».
La denuncia è di Emanuele Ferraloro, presidente di Ance Liguria che, nel sottolineare come il Giappone, dove i terremoti sono endemici, abbia provveduto per tempo a definire e rendere obbligatorie procedure antisismiche per tutte le nuove costruzioni, sottolinea come l’Europa «da un lato, viaggi in perenne ritardo sulle necessità reali, dall’altro si innamori e vari misure di carattere globale che sono incompatibili con la realtà del patrimonio immobiliare dei singoli Stati, rifiutandosi a priori di valutare la diversità, persino nel rischio sismico, che esiste nel continente europeo».
«Equiparare i centri storici di un’Italia che è la storia – afferma Ferraloro – con i grandi
agglomerati urbani del Nord Europa costruiti negli anni sessanta e settanta e spesso di
proprietà di istituzioni finanziarie, non significa solo ignorare la realtà, ma anche soffrire
di una dissociazione cronica e forse dolosa: in Italia il 70% delle abitazioni sono
comprese nelle classi F e G di efficienza energetica, ma questo è nulla: il 78% delle
abitazioni italiane, secondo una recente ricerca del Cnr, è edificato in zone a rischio
idrogeologico o sismico».
«Fra il 2011 e il 2021 i danni subiti da questo patrimonio immobiliare sono ammontati a oltre 52 miliardi di euro con un pesantissimo bilancio di vite umane − dice il presidente Ance Liguria −. Forse è il momento di far capire a Bruxelles che le priorità per il nostro Paese sono diverse da quelle dei Paesi Nord europei e impegnarsi tutti affinché almeno le nuove costruzioni siano sottoposte a normative di reale prevenzione«.
«Per fortuna esistono in Italia amministrazioni regionali che alle sbornie ideologiche preferiscono bagni di realtà e, con grande pragmatismo, affrontano i problemi sul campo, costruiscono soluzioni al problema dei crediti fiscali incagliati. Le misure recentemente varate da Regione Piemonte, Sardegna, dalla provincia di Treviso, in via di definizione dalla Regione Abruzzo restituiscono speranza al comparto edile e alle imprese che hanno creduto e continuano a credere nell’efficientamento energetico e nell’adeguamento sismico del costruito. Proporremo anche alla Regione Liguria di adottare le misure già approvate da Sardegna e Piemonte e confidiamo di trovare adeguato ascolto», conclude Ferraloro.