Positivo il bilancio tra natalità e mortalità delle imprese nel 2022: da gennaio a dicembre si contano 48 mila imprese in più, di cui 21 mila nelle costruzioni. Tuttavia rispetto all’andamento registrato nel 2021 la nascita di nuove imprese è rallentata (-6%) e sono aumentate le chiusure (+7,5%).
Sono le principali evidenze sull’andamento della demografia delle imprese nel 2022 che emergono dai dati Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
Dopo il brusco stop del 2020 (quando il saldo si fermò a solo +19mila imprese) e il rimbalzo del 2021 (+87 mila), con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a 48 mila attività in più tra gennaio e dicembre. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,8% che, al netto del +1,42% del 2021, rappresenta il dato migliore dell’ultimo decennio. Il contributo più rilevante al risultato annuale è venuto dal settore delle costruzioni, cui si deve oltre il 40% del saldo nazionale.
Per quanto riguarda la Liguria il tasso di crescita nel 2022 è stato pari allo 0,51%, inferiore alla media nazionale, con un saldo positivo di 824 imprese. In totale le imprese attive sul territorio regionale al 31 dicembre 2022 risultano 159.807.
Nel dettaglio nell’imperiese il numero di imprese è cresciuto dello 0,82%, alla Spezia dello 0,78%, a Savona dello 0,40% e nel territorio di Genova dello 0,38%.
Spostando l’attenzione dal saldo ai flussi che lo hanno determinato (aperture di nuove imprese e chiusure di imprese esistenti), il rientro delle “tensioni” sulla demografia d’impresa è avvenuto con un arretramento delle nascite (diminuite del 6% rispetto al 2021) e un’accentuazione delle cessazioni (+7,5%), con valori assoluti (313 mila nuove aperture e 265 mila chiusure) in entrambe i casi tra i più contenuti degli ultimi quindici anni.
«Dopo il rimbalzo, anche in termini di crescita imprenditoriale, registrato nel 2021, il saldo tra iscrizioni e cessazioni del 2022 è il miglior risultato in valori assoluti e in termini percentuali dal 2011 − sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. − Un terzo del saldo del 2022 si deve alle imprese del Mezzogiorno, aumentate di oltre 17mila unità soprattutto grazie alla spinta delle Costruzioni (che proprio al Sud segnano il tasso di crescita più elevato, +2,61%), e alla ripresa del turismo (+1,76% a fronte di un dato medio del +0,85%)».
In tutte e quattro le macro-aree del Paese il tasso di crescita del 2022 presenta risultati positivi ma più contenuti rispetto al 2021, con il Centro che fa segnare il maggiore ampliamento della base imprenditoriale (+0,9%) rispetto all’anno precedente.
Quanto ai settori, oltre alle costruzioni (+20.509) quelli che nel 2022 hanno fatto registrare gli aumenti maggiori nel numero di imprese registrate sono stati le attività professionali scientifiche e tecniche (+10.474) e i servizi alle imprese (+4.968). A chiudere in rosso, invece, sono stati il commercio (-8.756), l’agricoltura (-3.363) e le attività manifatturiere (-2.549).