Posata questa mattina la prima pietra della Casa della Comunità Asl3 destinata ai cittadini di Valpolcevera e Vallescrivia. Si apre quindi il cantiere che avrà il compito di ristrutturare l’ex Edificio Trucco, a seguito dell’aggiudicazione della gara nel mese di agosto, per traguardare l’apertura entro il 2023.
«I tempi di realizzazione di questa importante opera – dichiara Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria – hanno sicuramente risentito dei due anni di pandemia e certamente non hanno aiutato le procedure di gara e di affidamento dei lavori che, nonostante le tante modifiche, in questo Paese comportano un processo molto complesso da portare avanti. È un pezzo della costruzione di quel reticolato di strutture a servizio del cittadino che cambieranno la conformazione della nostra Sanità, che vedrà una rete territoriale più estesa, con le case della salute e gli ospedali di comunità. Qui i cittadini troveranno risposte ai loro bisogni primari riguardanti la salute: specialisti, medici di medicina generale, esami di diagnostica. Oggi mettiamo la prima pietra e vediamo finalmente progredire un cantiere a cui abbiamo lavorato molto con Asl3 e tutti i soggetti coinvolti. È particolarmente importante perché si trova in una valle che ha certamente bisogno di risposte sanitarie e che sarà interessata nei prossimi anni da interventi importanti, uno su tutti quello che riguarda l’ospedale del ponente di Erzelli che diventerà anche un grande centro di ricerca nazionale internazionale. Quindi quello di oggi è un tassello di un lavoro complesso che non è fatto solo di cemento e mattoni ma è fatto anche di riforme importanti che spero che il mondo della Sanità sappia cogliere fino in fondo».
«L’inizio dei lavori di questa casa di comunità con la ristrutturazione dell’edificio ex Trucco ha avuto grande impulso grazie agli interventi del Pnrr – aggiunge l’assessore alla Sanità della Regione Angelo Gratarola –. L’apertura prevista l’anno prossimo andrà a soddisfare i bisogni sanitari non urgenti su un ampio territorio con la vera medicina di prossimità. Portare la media e bassa complessità fuori dai grandi ospedali sui territori è la sfida dei prossimi anni che dobbiamo necessariamente vincere. La posa di questa prima pietra è un atto simbolico che va nel solco di questa medicina nuova. Tutto questo farà parte di una grande rivoluzione che, iniziando, da qui si estenderà ad altre aree della città e della Regione».
L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Genova Lorenza Rosso precisa che «La nuova struttura offrirà a tutti i residenti del Municipio Valpolcevera e dei Comuni della valle Scrivia un’offerta completa di servizi improntati sulla presa in carico multidisciplinare».
Luigi Carlo Bottaro, direttore generale di Asl3 sottolinea che «questa nuova realtà nasce grazie a un accordo interistituzionale tra Asl3, Regione, Comune di Genova, Città Metropolitana ma anche a un patto tra istituzioni e parti sociali con il coinvolgimento diretto del Municipio della Valpolcevera, dei sindaci del distretto 10 e dei sindacati pensionati Cgil, Cisl e Uil».
«L’accordo siglato con il sindacato, ma soprattutto le linee guida del Ministero della Salute – ha osservato Antonio Perziano, segretario generale di Spi Cgil Genova – indicano chiaramente le funzioni delle case di comunità: devono essere strutture innovative, un luogo in cui si realizza l’integrazione socio sanitaria e socio assistenziale e si realizza la condizione per una vera presa in carico delle persone. Per tradurre: ci deve essere la presenza dei medici di medicina generale, il pediatra di libera scelta, gli infermieri di quartiere e poi lo sportello Cup e altri servizi specialistici».
All’interno della Nuova Casa della Comunità troveranno spazio le attività e i servizi distrettuali e sovradistrettuali ora presenti in via Bonghi (es. CUP, specialistica ambulatoriale, anziani, disabili, consultorio, Ufficio di Prossimità del Tribunale di Genova, ecc..), alcuni servizi presenti in altre sedi sul territorio del Distretto 10 come la Medicina Legale. Le novità sono rappresentate da: Punto Unico di Accesso (P.U.A.) per accoglienza e assistenza socio- sanitaria e socio- assistenziale; Ambulatori Diagnostica strumentale Avanzata dotati di apparecchiature di ultima generazione; Ambulatorio ‘’Piccole Urgenze’’ (Codici Bianchi) con finalità di alleggerimento del flusso di persone ai Pronto Soccorso Ospedalieri; Sportello Antiviolenza di Genere mirato all’ascolto e al sostegno di tutte donne che vivono una situazione di violenza; Uffici e ambulatori ATS (Ambito Territoriale Sociale) con finalità di interconnessione tra ambiti socio-sanitari e socio-assistenziali
“Questo modello organizzativo – si legge in una nota della Regione – consentirà di ottenere unitarietà e miglioramento dell’offerta sociosanitaria, una sempre più marcata integrazione dei servizi sociali e sociosanitari e un più efficiente orientamento del cittadino nell’accesso ai servizi”. Il progetto costituisce anche uno dei primi esempi di applicazione del project management con strumentazioni per il rilievo in 3D con laser scanner e la progettazione dell’intervento in BIM (Building Information Modelling). Nella ristrutturazione dell’edificio verrà posta particolare attenzione all’efficientamento energetico, attraverso la realizzazione del Nearly Zero Energy Building, e agli aspetti ambientali con l’applicazione del Lca (Life cycle assessment), metodologia analitica e sistematica che valuta l’impronta ambientale di un prodotto o di un servizio, lungo il suo intero ciclo di vita.