Il consigliere regionale Ferruccio Sansa ha sospeso oggi, dopo sette giorni, lo sciopero della fame per la nomina dei Garanti e del Difensore civico.
«Oggi dopo due anni – annuncia Sansa – la prima commissione del consiglio regionale ha fissato per il prossimo 21 novembre la seduta per presentare le candidature dei Garanti dei detenuti, dei minori, delle vittime del reato e del difensore civico. Ho parlato con il presidente Giovanni Toti che mi ha dato la sua parola che entro fine mese arriverà la nomina da parte del consiglio. Gliene sono grato».
Toti aveva diffuso una nota: «Le sollecitazioni del consigliere Sansa in merito alle nomine del difensore civico e di tutti i garanti sono opportune e pertinenti. Si tratta di una scelta che, per sua natura, spetta al consiglio regionale, in quanto la Giunta non ha potere di iniziativa o di attivare il percorso. La presidente della I commissione Affari Generali Istituzionali e Bilancio, Lilli Lauro da me sollecitata, ci ha poco fa comunicato che le nomine saranno calendarizzate il 21 novembre prossimo. La scelta, che auspichiamo possa essere rapida, dovrà trovare la più ampia convergenza all’interno delle forze politiche del consiglio, per arrivare a figure di garanzia largamente condivise».
Per Ferruccio Sansa sono ancora due gli aspetti su cui vigilare, prima di ritenersi completamente soddisfatti. «Con il presidente Toti siamo stati d’accordo una cosa: per i Garanti e per il Difensore civico servono nomine di alto livello che tengano conto delle competenze e non delle appartenenze. Inoltre sarà fondamentale il rispetto dei tempi annunciati. Se le date non saranno rispettate, riprenderò lo sciopero della fame sospeso oggi».
In giornata Francesco Lalla, difensore civico della Regione Liguria e, dal 2010, anche garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza aveva puntualizzato: «La figura del Garante dei detenuti, anche se non eletta, in realtà esiste – dichiara – in quanto la legge regionale n. 10 del 2020 attribuisce queste funzioni al difensore civico. Tuttavia tali funzioni non sono concretamente operative perché l’amministrazione non ha “contestualmente”, come imponeva la legge, assegnato le “necessarie risorse finanziarie, umane e strumentali”, ma la mancata nomina del Garante non mette in pericolo la tutela delle persone private della libertà personale perché questa funzione è assunta, nel concreto, dal garante nazionale dei diritti delle persone detenute il quale, in virtù dell’articolo 7, del decreto del 21 dicembre 2013, “vigila affinché la custodia dei detenuti, degli internati, dei soggetti sottoposti a custodia cautelate in carcere o ad altre forme di limitazione della libertà personale sia attuata in conformità alle norme ed ai principi stabiliti dalla Costituzione, dalle convenzioni internazionali sui diritti umani ratificate dall’Italia».
Francesco Lalla aveva aggiunto che il quadro normativo contiene anche un’altra figura di tutela: «La legge 354 del 26 luglio 1975 attribuisce al magistrato di sorveglianza, che è dotato di ampia autonomia e indipendenza, come ogni magistrato, concreti poteri operativi pressoché nelle stesse materie assegnate al Garante Regionale dei detenuti dalla legge regionale del 2020 e, in particolare in Liguria, operano due magistrati di sorveglianza, a Genova e Massa».
Francesco Lalla, che dal 2010 svolge in supplenza anche le funzioni in capo al Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, invita quindi il consiglio regionale, unico organo deputato alla elezione, a indicare rapidamente questa figura: «Ritengo importante che tali funzioni, così importanti e delicate e che ho svolto finora con il massimo impegno e operatività, siano attribuite, così come prevede la legge regionale».