«Il tema della mancanza di personale sociosanitario è all’attenzione di questa giunta, sono comunque disponibile a un incontro con il sindacato». Il neo assessore alla Sanità di Regione Liguria, Angelo Gratarola, risponde alla nota diffusa dalla Cgil sulla carenza di personale nelle strutture socio sanitarie.
«Con un provvedimento dei giorni scorsi − commenta − la giunta regionale ha dato il via alla delibera che prevede la possibilità per gli infermieri assunti a tempo indeterminato nel sistema sanitario regionale attraverso il concorso pubblico di scegliere, su base esclusivamente volontaria e in modo temporaneo per un massimo di sei mesi, il distacco presso le Rsa di provenienza, in modo da andare incontro alle difficoltà manifestate dagli enti gestori a causa della carenza di personale».
«In merito ai numeri sul tavolo – dice Gratarola − va poi aggiunto che il personale realmente neo assunto attraverso il concorso si stima sia intorno ai 300 infermieri sui 700 totali perché la parte restante già lavorava dentro il sistema oppure arriva da fuori regione. Gli infermieri potenzialmente provenienti dalle residenze sociosanitarie e pronti a entrare nel sistema sanitario non sono dunque più di 250-300 professionisti, esattamente il numero che uscirà dal corso di laurea in Infermieristica dell’Università di Genova nella prima settimana di novembre. Quindi, con il provvedimento di Giunta appena approvato, si abbiamo voluto dare alle Rsa private accreditate il tempo necessario per assumere questi profili colmando eventuali carenze di organico, con l’auspicio che offrano contratti abbastanza competitivi da tenere tutta la forza lavoro che l’Università sforna».
Sul tema della carenza di personale infermieristico in Italia interviene anche il sindacato degli infermieri Nursing Up che, attraverso il presidente nazionale Antonio De Palma parla di «Dati allarmanti del nuovo rapporto Agenas, con una presenza di professionisti ben al di sotto rispetto alla media europea. Ma a preoccuparci non è solo la voragine di personale sanitario, che si traduce, inevitabilmente, in un pericoloso depotenziamento delle prestazioni offerte ai cittadini. Ora, a calare, sensibilmente, sono anche le iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica».
I due rapporti sono quello di Agenas e quello emerso durante il Sesto Forum Mediterraneo Sanità. «Noi le abbiamo incrociate − dice De Palma −, perché fanno inevitabilmente parte di un medesimo sistema allo sbando e ci raccontano che siamo inevitabilmente vicini a toccare un punto di non ritorno».
Da una parte i dati Agenas: l’Agenzia per i servizi sanitari regionali lancia un sos per la carenza di infermieri in Italia che nel raffronto con l’Ue vede l’Italia sempre più sotto la media con un rapporto di 2 a 6. Il personale sanitario italiano, rapportato alla popolazione, è caratterizzato da “un numero complessivo di medici congruo e da un numero di infermieri decisamente insufficiente”. Lo certifica il rapporto denominato “Il personale del Ssn” dell’Agenas.
«L’altro duro colpo arriva dai numeri emersi dai contenuti delle indagini affrontate durante il Sesto e ultimo Forum Mediterraneo Sanità − dice De Palma −. A preoccuparci è il pericoloso calo delle iscrizioni ai corsi di laurea in Infermieristica. Le domande dei candidati non sono solo diminuite, ma sono risultate inferiori al numero di posti richiesti dalla Fnopi, che come noto sono aumentati. La Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche ha proposto 29.136 posti in tutta Italia, mentre le domande dei candidati sono state “solo” 26.130».
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