Terminano tutte negative le Borse europee, con l’impennata del gas a causa dei danni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, probabilmente dovuti a sabotaggio. Il governo danese comunica che il gasdotto ha registrato danni senza precedenti in tre linee ed è impossibile in questo momento stimare la tempistica per la ripresa delle operazioni di ripristino dell’infrastruttura. I governi di Danimarca e Svezia hanno convocato i gabinetti di crisi. Lo stato di allerta è stato alzato in tutto il Baltico, con pattuglie di aerei e navi militari che presidiano l’area della colossale fuga di gas. Si teme per l’inquinamento causato dal metano. Al momento non ci sono prove, ma tutti gli indizi convergono verso l’ipotesi ddi un’azione da parte della Russia. Sulla piattaforma Ttf di Amsterdam il future ottobre sale del 5,4% a 183 euro per megawattora. Francoforte segna -0,72%, Parigi -0,27%, Londra -0,52%, Milano -1,16%
Netto ampliamento dello spread Btp/Bund a 249 punti (variazione +4,96%, rendimento Btp 10 anni +4,74%, rendimento Bund 10 anni +2,25%).
L’allargamento dello spread e il rialzo dei rendimenti dei Btp pesano su Piazza Affari che peraltro ha accolto senza scosse l’esito delle elezioni. Brilla Amplifon (+3,86%) e Saipem (+3,82%) grazie contratti per 1 miliardo in costa d’Avorio. Telecom (+3,41%) beneficia dell’offerta di Cdp per la rete, oltre che per dell’ipotesi di una vendita di Tim Brasil. In rialzo anche Tenaris (+3,02%) e Nexi (+2,69%) quest’ultima grazie al nuovo piano. In fondo al listino principale sono scese le utility a causa dei rincari dell’energia e dei timori di una mancanza di metano dopo i danni al Nord Stream: Terna -5,49%, Enel -5,4%, Hera -5,31%, A2A -4,08%, Snam -3,92%.
Sul fronte dei cambi, l’euro si attesta a 0,9598 (da 0,9653 ieri in chiusura) e vale 139,05 yen (139,26), mentre il dollaro/yen è pari a 144,82 (144,24). La sterlina vale 1,0760 dollari (da 1,0833 ieri in chiusura), oltre che 0,8928 per un euro (da 0,8914).
In rialzo il prezzo del petrolio: il Wti, contratto di novembre, si attesta a 79,08 dollari al barile, in rialzo del 3,09%, mentre l’analoga consegna sul Brent sale del 3,21% a 86,76 dollari.