Giovedì 20 ottobre tutti gli impianti italiani a marchio Esso rimarranno chiusi.
Lo comunicano le principali associazioni di categoria italiane rappresentanti i gestori degli impianti di carburanti − Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio − spiegano le motivazioni che le spinte a proclamare lo sciopero.
«Una scelta − spiegano nel comunicato − resasi necessaria di fronte alle politiche portate avanti da Euro Garages, società di retail che nel febbraio 2018 rilevò larga parte della rete distributiva Esso presente nel nostro paese, che rischiano di portare al default le gestioni degli oltre 1.200 impianti Esso italiani».
«Gli operatori − denunciano le associazioni − sono costretti da Euro Garages a subire condizioni contrattuali sempre più vessatorie, al limite dal punto di vista giuslavoristico ed estranee al quadro normativo vigente, con il tacito assenso della stessa Esso. Una situazione non più sostenibile».
«A quasi cinque anni dall’insediamento di EuroGarages, ancora non abbiamo visto nessuno degli investimenti promessi, che avrebbero dovuto ammodernare ed efficentare la rete − ricorda Fabio Bertagnini, presidente di Faib Confesercenti Liguria −. Tutto questo nonostante i gestori, dal canto loro, siano venuti incontro alle necessità dell’azienda fin da subito, anche a costo di pesanti sacrifici economici e contribuendo alle manutenzioni, nonostante questo non fosse previsto da alcuna clausola contrattuale. Il risultato è che, oggi, la rete distributiva cade a pezzi e l’economia delle nostre gestioni è insostenibile».
«Di fronte all’impossibilità di ottenere, da parte dell’azienda stessa, un qualsiasi tipo di confronto in ordine ai rapporti contrattuali ed economici tra le parti, alle associazioni di categoria non è rimasta altra scelta che quella dell’agitazione. Faib Confesercenti e in particolare i colleghi liguri − dice il presidente − sono pronti, come sempre, a fare la loro parte nel sostenere questa protesta, vitale per il futuro di migliaia di imprese».
Alla serrata del 20 ottobre si aggiungerà, nel mese di novembre, un’ulteriore iniziativa dei gestori, che non accetteranno più le “carte Esso” come forma di protesta verso la stessa casa madre.