La sostenibilità ambientale di imbarcazioni, porti e marina è diventata una delle chiavi del successo nel settore della nautica: è il mercato che la richiede. Tra i diportisti è molto cresciuta la sensibilità ambientale. La massima consapevolezza e quindi la richiesta, per quanto riguarda le imbarcazioni sono concentrate sui sistemi di bordo. È questa la principale indicazione emersa dal convegno che si è svolto sabato scorso al Salone Nautico di Genova a cura di Deloitte sul tema “Industria nautica e sostenibilità”. Deloitte supporta le aziende nel cercare soluzioni concrete alla sostenibilità ambientale e tende a superare la semplice consulenza per accompagnare i clienti in ogni aspetto che riguarda il business. Stare accanto alle aziende nell’interazione con l’ambiente è cruciale perché queste possano informare i loro stake holder ed eventualmente rendicontare ciò che riguarda il Pnrrr senza cadere nel puro marketing.
La tavola rotonda, moderata da Francesca Tognetti, senior manager Deloitte Sustainability, ha coinvolto rappresentanti del contesto imprenditoriale e istituzionale accomunati dalla volontà di approfondire concrete prospettive sulla sostenibilità dell’industria nautica.
Andrea Razeto, vicepresidente di Confindustria Nautica, ha aperto i lavori con un saluto. Sono poi intervenuti Franco Cavagnaro, presidente di Tigullio Shipping spa; Giangiacomo Guida, manager Deloitte Sustainability; Giuseppe Milici, partner Deloitte Sustainability; Francesco Munari, partner Deloitte Legal; Paolo Piacenza, segretario generale dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale; Carlo Ighina, R&D director Azimut Benetti.
Tra gli altri temi principali approfonditi nel corso dell’evento c’è il ruolo della finanza che sta cambiando, stimola gli interlocutori a investire in progetti e prodotti sostenibili, anche su impulso dell’Unione europea. Bond e prestiti sono sempre più spesso collegati direttamente alla sostenibilità. Si rende quindi necessaria una forte interazione tra istituzioni e imprese: c’è ampio spazio per progetti di partenariato pubblico-privati, tanto più che il rincaro dell’energia e l’obiettivo di ridurre le emissioni nell’atmosfera e quindi la crescente attenzione verso le energie rinnovabili riguardano anche il mondo del diporto. Il driver pubblico, è risultato chiaro dagli interventi, è fondamentale e del resto la pubblica amministrazione appoggerebbe investimenti infrastrutturali dei privati volti alla tutela dell’ambiente.
La leadership italiana nella nautica di alto livello verrebbe rafforzata da nuove soluzioni in fatto di sostenibilità che il mercato apprezzerebbe molto.
Prima parte del convegno
Seconda parte