Fim Cisl torna sulla situazione critica in Ansaldo Energia, chiedendo un incontro con i vertici dell’azienda e rivolgendo un appello a tutte le istituzioni regionali e nazionali.
«A valle del consiglio di amministrazione di fine luglio, sotto richiesta della Fim/Cisl di chiarire voci preoccupanti su centinaia di esuberi, l’azienda ha incontrato l’rsu di Ansaldo Energia per condividere la situazione che si sarebbe profilata − si legge in una nota della rsu Fim Cisl −. Nonostante il Cda abbia approvato sia le linee guida del piano industriale sia la semestrale, nonostante l’ing. Marino abbia detto che sebbene ci siano i presupposti per l’applicazione dell’articolo 2446 del codice civile non è affatto scontato parlare di prefallimento, nonostante l’ing Marino abbia assicurato che non ci sono problemi di liquidità per i prossimi 12 mesi, Ansaldo Energia sta attraversando una situazione di cui non si ha memoria negli ultimi 20 anni».
«I carichi di lavoro in Ansaldo non sono mai stati miseri come in questo 2022: la fabbrica è scarica e non si vedono nuove acquisizioni − prosegue la nota −. A giugno l’azienda ha messo al corrente la rsu sullo scarico di lavoro del 2023 pari, nella prima parte dell’anno, al 20% per arrivare al 50% al secondo semestre, gli approvvigionamenti sono spesso in ritardo, il magazzino è ridotto all’osso, l’avvicendamento generazionale è carente e gli strumenti di lavoro rotti o obsoleti non vengono rinnovati, sia dal field service, che nella fabbrica, che nei laboratori».
«Questa situazione rende i lavoratori confusi e spaesati. Oggi molte risorse di Ansaldo Energia lasciano l’azienda a causa di una dirigenza incapace di dare fiducia a chi merita, spegnendo così ogni entusiasmo. È opinione comune che manchi un solido piano industriale. Su quali prodotti/upgrade vuole investire AEN? D’altra parte, sia l’appena nata società Green Tech, con il suo orientamento verso le rinnovabili, che la storica Ansaldo Nucleare, pronta ad accettare la sfida del nucleare di piccola taglia, evidentemente non potranno contribuire a coprire l’attuale esposizione finanziaria perché entrambi i business richiedono anni per poter dar frutti, mentre Ansaldo Energia, ad inizio 2023, sarà alle prese con bond in scadenza».
«Nello scenario di breve/medio termine solo l’intervento di Cassa Depositi Prestiti può mettere in sicurezza quei 2.400 lavoratori che con incredibili competenze e capacità avrebbero solo bisogno di un management capace per essere valorizzate − sottolinea la nota Fim Cisl −. Le aziende manifatturiere di alto livello che al mondo fabbricano macchine per la produzione di energia si contano sulle dita di una mano; tra queste c’è e c’è sempre stata Ansaldo Energia che per la sua strategicità non può essere abbandonata a sé stessa. Bisogna intervenire subito non si può perdere altro tempo. Ci chiediamo se oltre ai problemi che emergono dall’esterno il nostro management sia all’altezza di rispondere alle esigenze di mercato».
«In questa situazione come Fim/Cisl riteniamo necessario fare un appello unitario a tutte le istituzioni, locali, regionali e nazionali e siamo pronti a mobilitarci per avere al più presto risposte ai problemi denunciati! …Affinché, in questo scenario, si agevoli il management aziendale ad acquisire nuove commesse, e che Cassa Depositi e Prestiti, come azionista di maggioranza, creda in questo gruppo immettendo nuove risorse economiche per progettare un futuro degno della tradizione dell’azienda e del paese».