«Dall’insediamento della nuova amministrazione comunale ho chiesto con urgenza anche in qualità di vicepresidente della Commissione competente una Commissione consiliare urgente sul tema dell’organizzazione dell’accoglienza dei minori non accompagnati».
Cristina Lodi, consigliere comunale di Genova e vice presidente Commissione settima lamenta le mancanze organizzative da parte del Comune di Genova e chiede risposte chiare e tempestive.
«La prima richiesta − dice Lodi − è del 12 luglio, poi un sollecito il 22 luglio e un ulteriore sollecito il 29 agosto. Il silenzio in risposta. Nel frattempo a Genova la situazione gestita a tentativi dall’amministrazione comunale manifesta un’incapacità politica e amministrativa della giunta precedente che si ritrova anche in questa attuale che si traduce nel non organizzare in maniera organica quella che deve essere una accoglienza strutturata e pensata. E tutto questo a discapito degli enti gestori e delle ragazze e dei ragazzi stessi».
«Sicuramente negli anni ci sono stati periodi ciclici di maggiore difficoltà dovuti all’aumento degli arrivi e da fenomeni tutti da approfondire − prosegue −, ma è certo che sarebbe stato utile mantenere quel tavolo attivato durante la giunta Doria, periodo di grandi arrivi di persone richiedenti asilo, che coordinava l’azione tra Prefettura, Città Metropolitana, Comune di Genova e terzo settore con le strutture di accoglienza. Credo che sia urgente una Commissione in cui la Giunta ci dica quali saranno i prossimi passi e come intende procedere viste tutte le criticità verificatesi nel mese scorso e non solo. Questo perché l’accoglienza sia strutturata, affinché gli enti gestori possano lavorare bene e le ragazze e i ragazzi possano vivere protetti con vere possibilità di integrazione, garantendo ordine pubblico e sicurezza ai cittadini».
Tra le questioni sollevate da Lodi ci sono quelle riguardo ai rapporti tra il Comune e la rete del Sistema di accoglienza integrazione (Sai) del ministero dell’Interno.
«Una cosa che il Comune per esempio deve chiarire − spiega − è se ha effettivamente avviato la pratica col Servizio centrale Sai per nuove strutture e quando. Sono mesi, molti mesi, che sentiamo dire che hanno fatto richiesta ma che il ministero non li ha ancora approvati, ma non è il Ministero che deve approvare, ma il Servizio centrale Sai a cui partecipa Anci».
«Un po’ sentiamo parlare di una richiesta di 100 posti, di 150, ora l’assessore dice 180 − aggiunge il consigliere −. È necessario quindi in Commissione avere anche questa chiarezza e dati precisi che mettano in evidenza se e dove si sono fermate le procedure per attivarci tutti al fine di ricollocare l’accoglienza in un sistema che sia tale. Mi auguro che la prossima settimana venga calendarizzata la commissione consiliare che ancora non risulta esserlo e che vengano auditi tutti i soggetti coinvolti. Per il bene della città».