I mercati sono incerti, c’è la guerra in Europa, la pandemia non è stata debellata in modo definitivo, il rincaro dell’energia è gravoso ed è possibile un’imminente recessione. Ma non mancano i segnali positivi dal mondo delle imprese, c’è voglia di ripartire e crescere, ed è possibile farlo, come nell’Italia del dopoguerra, se si collabora e si ha il coraggio di mettersi in gioco e di innovare. Lo afferma Benedetto Lonato, presidente della Compagnia delle Opere Liguria, in lettera agli associati.
«In questa estate 2022 – scrive Lonato – si addensano all’orizzonte preoccupazioni, allarmi e incertezze. La situazione è “calda” su molti fronti. I mercati sono fortemente incerti, la guerra è ormai una drammatica realtà da lungo tempo, il cambiamento climatico pone tutti in stato di apprensione, la pandemia, il caro energia (gas in particolare), il governo agli sgoccioli, le imminenti elezioni, finanche uno strano vaiolo in arrivo dalle scimmie. Forse anche un’imminente recessione. Letta così, la situazione potrebbe davvero inghiottirci. Tutto sembra cospirare contro l’inventiva, la voglia di provarci ancora, di mettersi ancora una volta in gioco. La cosa è ancora più frustrante considerato che qualche mese fa, subito prima dello scoppio della guerra e dell’arrivo della quarta ondata Covid, sembrava che il Paese avesse finalmente staccato il biglietto per l’ultimo dei tanti treni passati e quanto meno parzialmente mancati in questi anni. Sembrava davvero la volta buona per ripartire con vigore: un governo credibile, previsioni di crescita importanti, un piano di rilancio mastodontico come il Pnrr».
D’altro canto, «come ben sottolineava qualche giorno fa Corrado Passera, l’impresa italiana mostra oggi una buona vivacità. Nel mondo “reale” delle pmi nostrane gli operatori ci riferiscono di molte operazioni e di grande fermento negli ultimi mesi. Anche il sistema bancario pare oggi più attrezzato per aiutare. C’è un maggior ricorso ai mercati da parte delle piccole e medie imprese virtuose che sempre più si affacciano ai sistemi multilaterali di negoziazione ed in genere pare esserci maggiore interazione tra il mondo dell’impresa e il mondo dell’investimento. Anche l’eco-sistema italico delle start up e degli investimenti venture sta lentamente crescendo e portando i primi risultati tangibili. Ci sono diverse ex-startup che ormai sono realtà importanti e affermate. Del resto l’innovazione tecnologica è di casa in molte nostre filiere e realtà. Ma come stanno quindi le cose? Come stare di fronte alle sfide e alle scelte di questo autunno? Il momento della ripartenza, la tarda estate, è sempre un momento speciale per “chi fa”, per chi lavora. È il momento di condividere e analizzare con il proprio team le riflessioni estive, di mettere a terra nuove iniziative, di fare i conti con l’anno che va a chiudersi e quello che verrà. È un momento che oggettivamente odora di futuro e di aspettative. Quest’anno poi, più che altri anni, è opportuno fare tutto questo maturando anche un giudizio umano, economico e politico rispetto a quanto sta accadendo, a quanto circonda il nostro operare, senza lasciarsi andare a considerazioni estemporanee come quelle con cui siamo bombardati costantemente in questi giorni. Sui vari fronti la situazione è complessa a leggersi e continuamente mutevole. Il quadro richiede un approccio ragionato, che ponga le basi sull’esperienza. Il lavoro di questi anni in CdO può aiutarci molto».
Secondo il presidente di CdO Liguria, «Si può ripartire dalle ragioni, dai motivi che ci hanno spinto ad assumere delle responsabilità o comunque dai motivi che oggi ci spingono a non fare un passo indietro, nonostante tutto. Un primo dato liberante è infatti che le prospettive sono dettate anche, se non anzitutto, dalla nostra (di tutti) consapevolezza in merito a queste ragioni che determinano il grado e l’incidenza del nostro impegno. Basti pensare all’Italia del dopoguerra. In quale situazione oggettiva si sono ritrovati ad agire e a compiere scelte così importanti quegli uomini e quelle donne? Un paese distrutto sotto tutti i punti di vista. Ma quale è stato, alla luce dei fatti, il fattore maggiormente determinante nella loro opera? Il loro approccio alle cose, le loro motivazioni. E quindi, l’imprenditore, l’opera, il professionista, chi lavora in genere con serietà, sa – e deve lavorare su questa sua consapevolezza – che è possibile, a prescindere dalle circostanze, costruire, con le proprie forze e senza tradire la propria natura, qualcosa di buono, qualcosa che abbia un valore per sé e per gli altri».
Lonato sottolinea che «In questi anni si è lavorato molto in CdO su cosa è “buono”, su cosa valga la pena costruire. Qualcosa di funzionante, che abbia un senso economico, innovativo e sostenibile. Il mondo economico e non solo sta in questi anni riscoprendo e si sta interrogando molto sul senso di queste parole, che hanno in realtà radici e ragioni millenarie. Questo risveglio è oggettivamente un bene, a dimostrazione che non tutto ciò che è circostanza attuale è cosa negativa, anzi. È un punto su cui lavorare molto. Vale la pena continuare a confrontarsi su questi temi; approfondire cercando di tagliare le gambe alle banalizzazioni e strumentalizzazioni del caso. La partita è in atto, specie con riferimento alla sostenibilità nel mondo del lavoro. Non deve diventare un’occasione sprecata. Sulla base di questa comune e giusta consapevolezza dobbiamo continuare ad aiutarci a far crescere e vivere ciò che è buono e che nasce, esiste o esisterà a prescindere da noi, sia essa la nostra impresa, l’opera guidata da un altro o un progetto di altro genere. Lavorare affinché qualcosa stia oltre noi. In questo senso un buon esempio, per rendere l’idea, è l’amore tipicamente hobbit verso tutto ciò che è bello e che cresce nei nostri giardini e nei nostri boschi, a prescindere da noi, ma che beneficia del nostro aiuto e della nostra disponibilità al sudore. Infondo si tratta di “amor proprio”. Quindi costruire, aiutare a costruire e non distruggere».
Per fare questo, specie nell’impresa, nella professione e nell’opera, «bisogna innovare e cambiare costantemente ma soprattutto bisogna trovare il coraggio di rischiare per farlo. Un utilissimo e forse imprescindibile aiuto viene dal confronto con le persone, che nonostante tutti i loro limiti, rimangono una risorsa impareggiabile. Cercare e trovare persone che ispirino positivamente il nostro fare e che ci riportino costantemente a queste ragioni. Persone che possano portare speranza e che possano, anche tecnicamente e analiticamente, senza sconti, confrontarsi con noi sulla nostra impresa, sulla situazione del paese e del mondo. In questo il tentativo di CdO, stare insieme con uno scopo, è qualcosa di cui dobbiamo tutti riscoprire l’utilità».
«Ripartiamo da qui – conclude la lettera – per il nostro autunno. È la proposta di un lavoro continuo, faticoso ma necessario. La politica non fa eccezione. Cercare, sostenere e collaborare, nel mondo politico, come in quello economico, dell’educazione, disponibilità a ragionare insieme, possano aiutare il costruire e questa ricerca della qualità nel farlo. Senza rinunciare alla natura di ognuno».