In base ai cronoprogrammi, il 20 agosto si sarebbero dovuti concludere i lavori per la posa della rete anti cinghiali contro la diffusione della peste suina africana nella zona rossa tra Piemonte e Liguria.
Attualmente i casi di peste suina africana segnalati tra Piemonte e Liguria sono oltre 180, ultimo in ordine di tempo è un ungulato in valle Scrivia.
«A causa delle restrizioni imposte dall’emergenza l’abbattimento dei cinghiali nell’area infetta è sospeso. La recinzione – dichiara Luca De Michelis, presidente di Confagricoltura Liguria − è ancora lontana dall’essere completata e il timore di diffusione dell’epidemia continua a rimanere alto: chiediamo al commissario e alle istituzioni regionali di fornire alle organizzazioni agricole un ragguaglio aggiornato sui tempi di realizzazione della rete anti cinghiali e di intensificare gli sforzi per completare le opere».
Confagricoltura Liguria sottolinea l’aumento incontrollato delle popolazioni di ungulati e il fatto che, da gennaio a oggi, siano state abbattute poche migliaia di cinghiali, “mentre l’obiettivo che si è data la Regione Liguria è di arrivare, entro fine anno, a migliaia di capi eliminati con la caccia di selezione; aggiungendo i prelievi previsti con la caccia di controllo e quella programmata, i numeri degli abbattimenti previsti salgono a oltre 40 mila”.
«I tempi per la conclusione dei cantieri si stanno prolungando pericolosamente − dichiara De Michelis − e l’obiettivo dei 40 mila capi abbattuti entro fine anno risulta praticamente impossibile da raggiungere: gli agricoltori hanno il diritto di sapere quando potranno essere completate le opere. Ormai dell’emergenza non si parla quasi più, ma il pericolo che l’epidemia si diffonda continua a preoccupare gli allevatori e l’intera filiera».
Se si considera che sono cento al mese i cinghiali abbattuti dal nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale nei primi sette mesi del 2022, si capisce, secondo Confagricoltura Liguria, quanto si sia ben lontani da una quantomeno discreta azione di selezione.
«Occorre − dice il presidente − un deciso cambio di marcia da parte di tutti i soggetti preposti a mettere in atto le azioni di contenimento ed eradicamento necessarie, senza, ad esempio, perdersi in sterili se non dannosi dibattiti come quello sui cinghiali ‘rinchiusi’ nel Parco della Maggiolina alla Spezia».