«La notizia del trasferimento del sito produttivo di Trieste di Wartsila negli stabilimenti di Vaasa in Finlandia, oltreché sancire il licenziamento di 451 lavoratori triestini, allarma l’occupazione delle altre sedi italiane, compresa quella genovese che può contare sulla professionalità di circa 120 lavoratori». È il commento dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti, a margine dell’incontro con la delegazione sindacale dei lavoratori scesi oggi in piazza per contestare la decisione della multinazionale.
«Non possiamo far altro che offrir loro il nostro sostegno e la nostra solidarietà – continua l’assessore – Siamo convinti che questi siano campanelli d’allarme che debbano far riflettere a un ripensamento, in generale, del ruolo dello Stato in economia e, nello specifico, della cantieristica navale da qui ai prossimi trent’anni sullo scenario nazionale come imperdibile filiera industriale di interesse nazionale. Perdere Wärtsilä, che tra diretti e indiretti offre lavoro a circa 5 mila lavoratori in Italia, e in generale questo genere di produzioni e competenze, significherebbe perdere un patrimonio occupazionale, di know-how e di professionalità che non possiamo in alcun modo permetterci».
«È stata una risposta importante quella arrivata dalla manifestazione di oggi − dice Fabio Carbonaro, componente della segreteria regionale della Fim Cisl Liguria −. Tantissimi lavoratori di Genova sono scesi in piazza per solidarietà con quelli di Trieste che rischiano di subire gli effetti di un piano scellerato che prevede 450 esuberi sul sito triestino. È inaccettabile la decisione di Wartsila e vigileremo che anche a Genova non accada quello che è successo a Trieste. È evidente che la logica del profitto nelle multinazionali non tiene alcun conto degli effetti sociali: a oggi lo scenario è un sostanziale abbandono dell’Italia con la perdita di una tecnologia di eccellenza per la produzione dei grandi motori navali, un settore strategico per il Paese, per questo si deve creare sinergia con le nostre aziende leader nelle costruzioni navali. Questo sciopero a Genova così come negli altri siti nazionali dove c’è Wartsila rappresenta chiaramente la nostra posizione rispetto alle decisioni illogiche dell’azienda».