Verso il completamento dei lavori al centro ictus di Savona, che si unirà al reparto di Neurologia: nel mese di agosto arriveranno gli arredi, a settembre è prevista l’apertura.
«A causa della pandemia e della situazione internazionale ci sono stati ritardi sulla fornitura dei materiali e sulla esecuzione dei lavori – spiega il governatore ligure, Giovanni Toti – Per l’attivazione completa del centro è inoltre previsto anche un incremento del personale per cui Asl 2 ha già chiesto l’autorizzazione. In Liguria grazie al Pnrr e ai fondi ex articolo 20 è in arrivo una grande mole di investimenti ai quali qui a Savona si aggiunge un piano straordinario legato al nuovo Santa Corona, ovvero a quegli investimenti che con Inail stiamo pianificando, dal progetto bandiera di Erzelli al Santa Corona appunto, fino all’ospedale unico di Taggia. Un piano accanto al quale dovrà marciare parallelamente quella riforma della medicina territoriale, quell’integrazione col sistema ospedaliero che in Regione Liguria è particolarmente avanzata».
Sono circa 600 i casi di ictus all’anno in provincia di Savona, presi in carico tra Savona (circa 250 casi l’anno) e Pietra Ligure (circa 350).
Al termine dei lavori, il Centro Ictus di Savona sarà dotato di 4 monitor multiparametrici: questi schermi, collegati a una centrale di monitoraggio da remoto, consentono di visualizzare contemporaneamente tutti i parametri vitali dei pazienti sotto osservazione. Previsti anche 4 posti con monitoraggio 24 ore su 24 del paziente.
Il centro sarà posizionato all’interno di Neurologia: il reparto, che temporaneamente è stato collocato al primo piano del Monoblocco per attivare aree di degenza destinate all’assistenza di pazienti Covid e ora è dotato di 19 posti letto dei quali 2 riabilitativi, verrà trasferito al settimo piano del monoblocco con una dotazione di 24 posti letto (compresi i 4 del Centro Ictus), in locali completamente ristrutturati, che saranno ultimati e completati a fine luglio 2022, per un importo lavori di circa un milione e 400 mila euro. Per potenziare ulteriormente la struttura, è prevista l’assunzione di 2 Neurologi, 2 infermieri e 2 oss.
«Occorre poi – aggiunge Toti – che a livello di governo vadano avanti tutti i piani di riforma, anche normativi, e la contrattazione con gli operatori del sistema, penso in particolare ai contratti dei medici di medicina generale, che poi saranno l’ossatura delle nuove strutture sanitarie territoriali che dovrebbero mettere in sicurezza i nostri ospedali anche da un uso improprio che hanno a volte svolto in supplenza alla medicina territoriale».
Sono invece circa 1.600 all’anno i ricoveri nel reparto di Urologia del San Paolo di Savona: si tratta di una struttura da sempre all’avanguardia nella diagnosi e nel trattamento delle patologie genito-urinarie. Fin dal 1999 è stata introdotta la brachiterapia prostatica e dal 2005, secondi in Italia, è stato adottato il robot da Vinci. La struttura è dotata di un laser per il trattamento della calcolosi urinaria e di una Colonna per video cistoscopia flessibile, uno strumento utile per incrementare l’attività dell’ambulatorio di cistoscopia, che effettua 2.100 procedure endoscopiche all’anno.
Dal 2021 l’Urologia utilizza una tecnologia che permette di “fondere” le immagini ecografiche con le immagini derivate dalla risonanza magnetica. In questo modo, l’urologo viene guidato nell’esecuzione della biopsia prostatica verso le zone sospette segnalate alla risonanza magnetica migliorando l’accuratezza e i risultati delle analisi.