Prosegue il progetto europeo Stonewallsforlife nel Parco delle Cinque Terre che prevede il recupero e il ripristino di oltre cinque ettari di terrazzamenti, per contrastare il dissesto idrogeologico e mitigare i cambiamenti climatici.
A breve partiranno i corsi di formazione per costruttori di muretti a secco. L’obiettivo è formare personale specializzato nella posa e nel mantenimento dei muri con la doppia finalità di far sì che il territorio venga mantenuto e che questa antica conoscenza venga preservata e tramandata, grazie al lavoro congiunto di Parco e Fondazione Manarola, partner di progetto.
Nei mesi scorsi sono iniziati i lavori sui primi due lotti sopra l’abitato di Manarola: a seguito della rimozione della vegetazione infestante è stato possibile avere una visione complessiva dello stato di ammaloramento dei muri a sostegno dei terrazzamenti presenti per l’attuazione degli interventi di recupero. «A distanza di due anni −spiega Emanuele Raso, geologo e responsabile tecnico del progetto per il Parco delle Cinque Terre − il paesaggio sopra l’abitato di Manarola sta cambiando, emergono gli antichi terrazzamenti prima coperti dalla vegetazione infestante e questo è anche il frutto dell’avanzare del progetto. Le fasi di ricostruzione dei muri con tecniche tradizionali e innovative andranno di pari passo con l’installazione delle stazioni di monitoraggio».
Attualmente è in corso un rilievo topografico di dettaglio, che assieme ai modelli digitali del terreno già a disposizione dei tecnici consentirà di ricostruire in maniera approfondita l’originale morfologia dei luoghi. Il gruppo di lavoro del professor Andrea Cevasco, del dipartimento di Scienze della terra, dell’ambiente e della vita dell’Università di Genova, installerà le quattro stazioni multi-parametriche per effettuare il monitoraggio del terreno e dei muri a secco. «Le quattro stazioni multi-parametriche − spiega Cevasco − funzioneranno come una sorta di lente di ingrandimento, ed aiuteranno a capire come rispondono il muro e il terreno agli eventi pluviometrici».
«Questo approccio integrato − dichiara il direttore del Parco delle Cinque Terre Patrizio Scarpellini − consentirà di capire quale sarà la migliore strategia di adattamento al cambiamento climatico da applicare su aree terrazzate, alle Cinque Terre e non solo. Una visione ampia condivisa dal programma Life e dalla Commissione europea, che allo stesso tempo valorizza iniziative nate diversi anni prima, a partire dalla Banca del Lavoro assieme a Caritas, Cia, Confagricoltura e Fondazione Carispezia».
L’obiettivo principale del progetto Stonewallsforlife è dimostrare come l’antica tecnologia dei muri a secco possa essere utilizzata per aumentare la resilienza del territorio ai cambiamenti climatici. Tecniche costruttive e sistemi di monitoraggio innovativi saranno utilizzati per ripristinare un’area terrazzata abbandonata di oltre 5 ettari (4.000 m2 di superficie di muri a secco) in un sito dimostrativo nelle Cinque Terre: l’anfiteatro di Manarola.
Costruttori esperti terranno corsi di formazione per migranti e disoccupati per insegnare loro la posa e la manutenzione dei muri a secco. Grazie alla mediazione della Fondazione Manarola, le aree recuperate saranno affittate con contratti a lungo termine ad aziende agricole locali che le manterranno nel tempo. Verranno condotti diversi studi per garantire la trasferibilità del modello proposto da Stonewallsforlife in altri siti con condizioni diverse, sia all’interno del Parco nazionale delle Cinque Terre che nel Parco del Garraf in Catalogna.
Il paternariato è composto da soggetti con professionalità diverse e complementari: il Parco nazionale delle Cinque Terre è leader capofila del progetto data la sua competenza e responsabilità nella tutela del territorio e del paesaggio; l’Università di Genova-Distav è responsabile della analisi climatiche e del monitoraggio delle azioni e dei risultati del progetto; Fondazione Manarola, gestisce i terrazzamenti nel sito pilota ed è già attiva nel territorio come intermediario tra i proprietari dei terreni abbandonati e gli agricoltori locali; ITRB Group mette a disposizione la sua esperienza nella redazione di proposte a programmi Ue. Legambiente mette in campo la sua esperienza in progetti di sostenibilità ambientale e si occupa della comunicazione; Diputaciò de Barcelona, partner internazionale, ha un ruolo chiave nella replicabilità del progetto in altre aree dell’Unione europea con condizioni simili.