Nel 2021, al Centro Trapianti di cellule staminali e terapie cellulari dell’Ospedale Policlinico San Martino, diretto da Emanuele Angelucci, sono stati eseguiti 91 trapianti autologi e 59 trapianti allogenici, per un totale di 150 procedure.
È quanto emerge dai dati ufficiali del Registro Italiano del Gruppo Italiano Trapianti Midollo Osseo, cui afferiscono tutti i centri trapianto italiani, che collocano l’Ospedale Policlinico San Martino ai primi posti in Italia; su oltre 100 centri trapianto, il Centro Trapianti del San Martino è quarto per l’attività trapiantologica complessiva (si fa riferimento a tutti i tipi di trapianti, sia autologi che allogenici, eseguiti sia su pazienti adulti che pediatrici) e quinto per numero di trapianti allogenici eseguiti su pazienti adulti.
«Non si tratta di una gara a chi fa più numeri – osserva Emanuele Angelucci, direttore dell’Unità Operativa Ematologia e Terapie Cellulari del San Martino – Il livello dell’attività riflette l’esperienza, la complessità e variabilità della casistica affrontata nonché la capacità di attrazione. In questo contesto, per la complessità clinica e organizzativa nessuno può raggiungere questi risultati da solo. I numeri sopra riportati sono espressione del lavoro continuo ed entusiasta di tutti i reparti e servizi (clinici e amministrativi) del San Martino».
Il trapianto autologo, detto anche autotrapianto, si realizza quando le cellule o i tessuti per la terapia trapiantologica vengono prelevati dal paziente stesso che deve essere trattato: il donatore e il ricevente sono la stessa persona.
Il trapianto allogenico necessita invece della disponibilità di un donatore, la cui tipologia può essere variabile: familiare identico (un fratello o una sorella, identici al paziente sulla base della tipizzazione HLA (la tipizzazione HLA è l’esame necessario per poter stabilire il grado di compatibilità tra un donatore e un paziente che necessita un trapianto di midollo).
Familiare non identico (un familiare che presenta un’identità inferiore al 100%, di solito compatibile al 50%, con il paziente. In quest’ultimo caso possono fungere da donatore figli, genitori e anche qualche volta cugini). Donatore non correlato (un soggetto identificato nelle varie banche di donatori, che risulta perfettamente compatibile (definito 10/10) o con 1 o più differenze). Cordone ombelicale (in questo caso le cellule staminali sono contenute nel sangue del cordone ombelicale, che viene congelato in varie banche, per poi essere donato per un singolo paziente).
«Il Centro Trapianti di cellule staminali emopoietiche dell’Ospedale Policlinico San Martino è il più antico in Italia – commenta Giovanni Orengo, direttore sanitario dell’ospedale Policlinico San Martino – La capacità di adattare i saperi e le tecnologie alle più recenti e moderne conoscenze che la letteratura internazionale mette a disposizione è sempre stata, fin dagli inizi con il prof. Marmont, una caratteristica del centro, anche in considerazione del ruolo di primo piano che i gruppi che si sono succeduti hanno sempre svolto nel panorama scientifico internazionale. Genova e in particolare l’Ospedale Policlinico San Martino rappresentano sicuramente il terreno più fertile per lo sviluppo e l’affermazione di esperienze scientifiche di alto livello».