Scendono ancora i nuovi casi di Covid in Liguria. Nell’ultima settimana presa in esame dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe (18-24 maggio), i casi attualmente positivi su 100 mila abitanti scendono a 556, con una variazione del -25,2% di nuovi positivi.
In calo, ma ancora sopra la soglia di attenzione, i posti letto: sono il 10,4% quelli occupati in area Covid, il 3,2% in terapia intensiva.
«I nuovi casi settimanali continuano a scendere, -29,6% rispetto alla settimana precedente – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, in riferimento ai dati nazionali – attestandosi intorno a quota 172 mila con una media mobile a 7 giorni di poco superiore ai 24 mila casi giornalieri».
Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-18 maggio 2022 sono state registrate in Italia oltre 489 mila reinfezioni, pari al 3,9% del totale dei casi. La loro incidenza settimanale continua a crescere e, nella settimana 12-18 maggio, ha raggiunto il 6% (n. 50.688 reinfezioni). «L’avvento di Omicron a inizio dicembre 2021 – spiega Cartabellotta – ha fatto salire le reinfezioni dall’1% al 3%: successivamente le sue sotto-varianti, capaci di evadere la risposta immunitaria, hanno contribuito a raddoppiare il tasso di reinfezioni».
Vaccini
Per quello che riguarda i vaccini, complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 14,7-48,5%): fanno eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +35,3% rispetto ai non vaccinati e la fascia 40-59 con un +4%. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 24,6-78,6% per ricoveri ordinari; del 46,4-80,2% per le terapie intensive) e decesso (del 44,3-100%).
Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 241.427 quarte dosi quarte dosi, con una media mobile di 5 mila somministrazioni al giorno.
In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 30,5% con nette differenze regionali: dal 5,6% del Molise al 100% del Piemonte.
Riguardo alla quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti rsa, al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate solo 617.307 quarte dosi, con una media mobile di oltre 14 mila somministrazioni al giorno.
In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 e 88.099 ospiti delle rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 14% con nette differenze regionali: dal 3,9% della Calabria al 30,5% del Piemonte.
«Nonostante i ripetuti appelli della Fondazione Gimbe – conclude Cartabellotta – e la recente nota “Completamento delle schedule vaccinali anti-SARS-CoV-2 in soggetti vulnerabili” dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale, la somministrazione della quarta dose non solo non è decollata, ma i trend documentano una fase calante. Eppure, la riduzione dell’efficacia vaccinale nei confronti della malattia grave aumenta la mortalità nelle fasce più anziane della popolazione già vaccinate con tre dosi, mentre si consolidano le prove di efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. Peraltro, gli eccellenti risultati di alcune regioni “virtuose” dimostrano che somministrare alle persone vulnerabili l’ulteriore booster a 120 giorni dalla terza dose è solo una questione organizzativa e di informazione alla popolazione. Perché rimandare all’autunno, confidando nell’arrivo dei “vaccini aggiornati”, è una scelta molto azzardata per le persone vulnerabili».