Era il primo pomeriggio del 6 settembre 1948. I vigili del fuoco Giuseppe Beccuti, 41 anni, Giuseppe Magioncalda, 22, Amilcare Mione, 37, Mario Poggi, 34, insieme al vicebrigadiere Francesco De Nicolai, 41 anni e altri quattro colleghi si trovavano a bordo di un mezzo di soccorso. Poco prima, erano partiti da Genova per raggiungere le zone alluvionate intorno ad Asti. I torrenti esondati avevano già causato devastazione, morti, feriti. Mentre percorrevano l’allora strada camionale, a Busalla, scoppiò uno pneumatico anteriore del camion, l’autista perse il controllo del mezzo che rovinò in fondo a una scarpata. I cinque persero la vita sul colpo. Solo in quattro sopravvissero al tragico incidente.
A Beccuti, Magioncalda, Mione e Poggi il Comune di Genova eresse un monumento funebre all’interno del cimitero monumentale di Staglieno. I famigliari di Francesco De Nicolai decisero di tumulare il loro congiunto altrove. Oggi, a distanza di poco meno di 74 anni, l’Associazione nazionale Vigili del fuoco, in sinergia con il Comune, il Municipio IV Media Valbisagno e con il sostegno di Asef srl, ha restaurato il monumento, eliminando i segni lasciati dal tempo e riportandolo all’originario rigore di forme e decoro. Un’operazione che ha richiesto le mani sapienti degli artigiani lapidei autorizzati a operare all’interno dell’antica necropoli genovese e che oggi restituisce alla città il giusto tributo a quattro uomini morti nell’esercizio della loro professione al servizio della comunità.
Ha benedetto il manufatto il cardinale e arcivescovo emerito di Genova Angelo Bagnasco. Presenti alla cerimonia, che si è tenuta stamani alle 11, il vicesindaco Massimo Nicolò, il presidente provinciale dell’Associazione nazionale Vigili del fuoco Antonio De Venuto, il presidente del Municipio Media Valbisagno Roberto D’Avolio, l’amministratore unico di Asef Maurizio Barabino.
«Prendersi cura dei nostri cari – ha detto Bagnasco – non è un atto di esteriorità, è un atto dello spirito che conosce il passato per avere una guida al presente. Trascurare il passato significa non avere futuro Noi camminiamo sulle spalle di quei giganti che sono i nostri cari che hanno vissuto in modo onorevole la loro vita quotidiana. La memoria dei Vigili del Fuoco è motivo di gratitudine e incoraggiamento per guardare avanti con fiducia, ed essere presenti dove c’è bisogno».
Vincenzo Lotito, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Genova, ha sottolineato che «onorare i propri caduti è dovere di ogni cittadino, bisogna ricordare chi ha lasciato la vita per la patria.
«Il Vigile del Fuoco non è un superuomo – ha commentato Antonio De Venuto, presidente dell’Associazione nazione Vigili del Fuoco – ma una persona con le proprie paure ed emozioni, le quali non gli impediscono di portare soccorso e aiuto a chi ne ha bisogno ovunque e comunque».
«Tener viva la memoria di giovani uomini che hanno perso la vita per aiutare il prossimo è un imperativo morale per tutta la Comunità – ha detto il presidente del Municipio Media Valbisagno Robeerto D’Avolio –. Ringraziamo l’associazione Nazionale Vigili del Fuoco per aver portato all’attenzione dell’amministrazione la necessità di ripristinare il monumento e sottolineiamo l’importanza del progetto “Asef per Genova” che ancora una volta promuove iniziative lodevoli nel nostro amato territorio».
L’amministratore unico di Asef Maurizio Barabino ha spiegato che «Tragedie come questa si trasformano fatalmente in un monito alle istituzioni. Cinque vite sono state spezzate in pochi istanti, per una fatalità, durante il lavoro. Fatti come questo devono spingere ognuno di noi a compiere ogni azione per evitare che si possano ripetere».
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