È stata approvata dal Parlamento, lo scorso 20 maggio 2022, la norma che prevede il rilascio del visto di soggiorno per motivi di lavoro anche ai marittimi extra-UE che imbarcano in Italia su navi straniere che già si trovano nelle nostre acque per attività crocieristiche e di charter o per essere sottoposte a lavori di riparazione/manutenzione presso i nostri cantieri e le nostre marine (art. 13-ter L. 51 del 20/05/2022).
«Il visto di soggiorno introdotto dalla nuova norma serve per tamponare, ma non per superare, l’emergenza che si è creata nel nostro settore – ha dichiarato Giovanni Costaguta, presidente di Genova For Yachting – a causa del massiccio abbandono dell’Italia da parte degli armatori stranieri quale conseguenza dell’interpretazione adottata a luglio del 2021 dall’Italia (ma non uniformemente dagli altri Paesi europei) della sentenza della CG UE, che di fatto limita la permanenza in area Schengen di tali marittimi a soli 90 giorni».
La norma – contenuta nell’emendamento del DL Ucraina (del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21) convertito in legge dal Parlamento lo scorso 20 maggio (legge n.51 del 20 maggio 2022) – è frutto di un’azione coordinata, condotta per molti mesi dalle associazioni di categoria interessate (Confindustria Nautica, Confitarma, Assarmatori e Federagenti) e supportata trasversalmente da gran parte delle forze politiche, oltreché, in particolare, dalle Istituzioni liguri e genovesi che hanno saputo cogliere l’estrema rilevanza della questione.
«Ringraziamo, a cominciare dagli estensori, tutti gli esponenti politici e le autorità che ci hanno ascoltato e sostenuto fin da quando, a novembre 2021, abbiamo segnalato per primi la situazione. Restiamo però convinti dell’assoluta necessità di risolvere il problema alla radice, il che sarà possibile solo attraverso una nuova e corretta interpretazione, anzitutto in sede italiana ma auspicabilmente anche in sede europea, della sentenza della CG UE che ha dato origine al tutto», ha continuato Costaguta.
«Chiediamo quindi a tutti di continuare a lavorare al nostro fianco con l’obiettivo finale di ripristinare il previgente regime di libera circolazione, beninteso con l’introduzione mirata e non indiscriminata delle cautele indicate dalla Corte. Solo in questo modo – ha concluso Costaguta – sarà possibile eliminare il perdurante svantaggio competitivo a danno dell’Italia senza pregiudicare in alcun modo le esigenze di controllo dell’immigrazione apprestate dal Codice Schengen».