Chiusura in calo per le Borse europee, che concludono la seduta deboli. L’attenzione degli investitori si concentra sulla guerra in Ucraina e sugli effetti delle sanzioni alla Russia sull’economia globale. L’indice d’area stoxx 600 cede lo 0,77%. In calo Parigi (-0,83%) e Londra (-0,2%), piatte Francoforte (-0,07%).
A Milano l’ultimo indice Ftse Mib cede lo 0,96% a 24.624 punti, appesantito dalla cedola pagata da otto big (Stellantis, Ferrari, Cnh, Unicredit, Banco Bpm, Mediolanum, Prysmian, Campari), piuttosto che dalla riduzione delle stime di crescita da parte del Fmi: per il 2023 la crescita è attesa all’1,7%, 0,5 punti percentuali in meno (+0,1 su ottobre). E il rallentamento della crescita è previsto continuare con il pil che salirà dello 0,5% nel 2027. L’Italia e la Germania sono i due Paesi dell’area euro che hanno subito le maggiori revisioni al ribasso da parte del Fondo monetario internazionale, in seguito alla “maggiore dipendenza” dall’energia russa.
A Piazza Affari balzo per Autogrill (+12,3%), dopo le indiscrezioni sull’ipotesi di un’aggregazione con Dufry che farebbe nascere un nuovo leader mondiale nel travel retail. Con l’effetto cedola concludono la seduta in netto calo Banca Mediolanum (-5,6%), Banco Bpm (-4,8%), Unicredit (-3,3%). Scivola anche Stellantis (-5,2%)
Lo spread tra Btp e Bund chiude a 163 punti, con il rendimento del decennale italiano che sale al 2,54%, portandosi ai livelli di giugno 2019.
Sul fronte valutario l’euro sul dollaro è poco mosso a 1,0786, mentre, per quello che riguarda il petrolio, il Wti di maggio cede il 4% a 103,8 dollari al barile e il Brent di giugno a 108,8 dollari (-3,8%).