«La cancellazione dello stato d’emergenza che molti invocano a gran voce credo nasconda un po’ di pressapochismo anche rispetto a chi la invoca dal mondo politico. All’interno dello stato di emergenza, vi sono in Liguria almeno 700 contratti di vario tipo per cui non è prevista la stabilizzazione. Ci troveremo a discutere col governo di cosa fare di lavoratori che sono ancora utili al sistema sanitario nel loro ruolo». Lo ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a Genova a margine di un convegno sul Pnrr, come riporta l’agenzia Dire.
«Non finiscono le vaccinazioni, non finiscono i tamponi, non finiscono i reparti covid col 31 marzo − argomenta Toti − vorrei sapere da che parte il governo intenda aiutare le Regioni che hanno anticipato moltissimi dei soldi spesi per il Covid».
Inoltre, rimarca, le Regioni non hanno «né capacità assunzionale né regole che prevedono la stabilizzazione di molte persone assunte per il covid. Nella pubblica amministrazione, salvo copertura di legge primaria, si entra solo per concorso e, quindi, se non vi è la previsione di assorbimento e integrazione nel sistema sanitario come è stato fatto per i contratti a tempo determinato e altre tipologie di contratti atipici, evidentemente non vi sono né gli strumenti legali né gli strumenti finanziari per farlo. Questo, oltre a essere un’ingiustizia, risulta anche un grave problema per l’organizzazione del sistema sanitario».
Secondo Toti si può abolire pure lo stato d’emergenza, lavorare sulle regole di libertà dei cittadini, ma occorre farlo con grande equilibrio perché «quella del Covid è una macchina complessa che ha visto lavoratori in prima linea per due anni rischiare e faticare personalmente e che ora sono ancora utili alla sanità. Cancellando lo stato d’emergenza, occorre creare un nuovo sistema di regole che ci accompagni sul lungo periodo».
Sul tema, aggiunge: «Credo che in settimana ci vedremo col ministro Speranza e cominceremo una riflessione. Mi pare che il presidente Draghi abbia dato un indirizzo piuttosto netto sull’idea di interrompere lo stato d’emergenza alla fine di questo mese, vedremo in quale misura e quali attività dovranno essere lasciate in piedi».
«Le misure a contrasto della pandemia non termineranno con la cessazione dello stato di emergenza e proprio per questo motivo va rilanciata e sostenuta la sanità pubblica anche con la stabilizzazione del personale precario» commenta Maurizio Calà segretario generale Cgil Liguria.
«Ognuno deve fare la propria parte – aggiunge – in Liguria c’è un problema strutturale di organico che nasce ben prima della pandemia. Il personale precario assunto per l’emergenza va prorogato oltre il 31 marzo, non solo perché il Covid non è finito, ma anche per ragionare sulle difficoltà strutturali di organico della sanità ligure».
Calà ricorda che è la Regione ad avere la titolarità del sistema sanitario e su questo occorre una discussione seria che affronti il problema a partire dalle assunzioni a tempo indeterminato del personale che in questi due anni ha sostenuto il sistema sanitario pubblico: «Bisogna trovare soluzioni per non disperdere questo patrimonio di importanti professionalità con il rischio di interrompere la continuità dei servizi che erogano e di lasciare che i bisogni delle persone si scarichino sul sistema sanitario già carente di personale e provato dalla pandemia».