Hanno trovato una nuova casa a Serra Riccò gli 11 profughi ucraini portati in Italia da quattro dipendenti della Iplom di Busalla. La casa, un ampio immobile confiscato a un’organizzazione mafiosa, è stato messo a disposizione dal Comune di Serra Riccò.
«La mia famiglia – racconta a Liguria Business Journal Emiliano Scuzzarello – negli anni successivi al disastro di Chernobil – ha ospitato, come hanno fatto molte altre famiglie italiane, per le vacanze, una o due volte l’anno, un bambino del posto Sasha. Siamo rimasti amici io, abbiamo mantenuto i contatti e quando è scoppiata la guerra ci siamo sentiti, gli ho detto che desideravamo aiutarlo e lui mi ha chiesto se potevamo ospitare sua moglie, sua figlia, sua madre e dei cugini, in tutto 11 parenti. Lui non poteva più occuparsene, era arruolato. Ho risposto di sì. Ne ho parlato con tre colleghi, ci siamo procurati due furgoni, uno messo a disposizione dal Comune, l’altro noleggiato con l’aiuto di un gruppo di amici, abbiamo mandato una e mail all’azienda spiegando perché per il prossimo turno di notte non saremmo stati presenti e siamo partiti. C’è stata qualche difficoltà burocratica relativa alla carta verde, ma tutto è andato bene. Gli ospiti stanno bene, nei primi giorni sono stati ospitati a casa dei miei, ora sono nella nuova abitazione.
Devo dire che il Comune non soltanto ci ha aiutato mettendoci a disposizione un furgone e l’immobile ma, volendo lanciare una sottoscrizione pubblica per il mantenimento di queste persone, che non hanno risorse, non abbiamo avuto problemi a organizzare una raccolta svincolata da ogni istituzione, in modo che i fondi vadano direttamente ai profughi. Per chi vuole inviare un contributo l’Iban è IT73E3608105138266057966066.
«Per massima trasparenza – precisa Scuzzarello – abbiamo deciso di utilizzare questa piattaforma di modo che sia visibile a tutti quanto più possibile». Clicca qui per accedervi.